A poche ore dal voto del Senato degli Stati Uniti, anche la Camera dei rappresentanti ha approvato, in maniera pressoché unanime, una nuova proposta di legge volta a prevenire la possibilità che le compagnie segnalate come pericolose per la sicurezza possano ottenere componenti e dispositivi ai quali è stata concessa una licenza dagli enti regolatori americani.

Huawei e ZTE ancora nel mirino

La nuova proposta di legge, chiamata Secure Equipment Act, è solo l’ultima mossa in ordine di tempo da parte del governo degli Stati Uniti contro Huawei e ZTE. La prima era già stata duramente colpita nel maggio del 2019, con l’inserimento nella entity list che ha di fatto paralizzato la produttività del colosso cinese, che solo in questi ultimi mesi sembra aver trovato un modo per proseguire con le proprie attività.

Il voto della Camera è stato inequivocabile, 420 voti a favore e solamente 4 contrari, ora manca solamente la firma del presidente Joe Biden, una formalità che dovrebbe essere espletata nelle prossime ore. La nuova stretta nei confronti delle compagnie cinesi arriva a pochi giorni dalla notizia secondo cui i fornitori di Huawei e SMIC hanno ricevuto la licenza per vendere prodotti nonostante le compagnie asiatiche siano presenti nella entity list.

Le 113 licenze, valide da novembre ad aprile, assicureranno ai fornitori di Huawei un fatturato di ben 61 miliardi di dollari mentre i fornitori di SMIC, 188 in tutto, ne ricaveranno 42 miliardi di dollari. Con la nuova legge la FCC (Federal Communications Commission) non potrà rilasciare nuove licenze alle compagnie inserite nella blacklist in merito a dispositivi presenti nella Covered Equipment or Services List della FCC stessa.

Non si è fatta attendere la risposta del governo cinese, che per bocca di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli esteri cinese, ha affermato che ancora una volta gli Stati Uniti hanno abusato del proprio potere in nome della sicurezza nazionale, senza avere alcuna evidenza e al solo scopo di schiacciare la concorrenza cinese.