Non è la prima volta che parliamo dei vari disegni di legge che vorrebbero in qualche modo allentare le maglie di controllo che Google e Apple esercitano sui rispettivi store digitali, il Play Store e l’App Store. In questi giorni il parlamento sudcoreano ha votato per l’approvazione di un disegno di legge che impedirebbe ai proprietari di app store, tra cui Google e Apple, di richiedere l’uso esclusivo di sistemi di pagamento proprietari. In altre parole, gli utenti dovrebbero poter utilizzare sistemi di pagamento alternativi a quelli imposti dal Play Store e dall’App Store, evidentemente andando anche a minare gli introiti delle rispettive aziende.

Google e Apple avanzano dubbi sulla privacy e sicurezza

In questi giorni molti esponenti politici e legislatori americani hanno accolto più che positivamente il disegno di legge sudcoreano, sottolineando quanto sia (per loro) necessario che anche gli USA si muovano in questa stessa direzione. A tal proposito Amy Klobuchar, una delle promotrici dell’Open App Market Act, ha sottolineato quanto le “Le tecnologie mobile sono diventate essenziali per la nostra vita quotidiana e ora solo due app store esercitano un potere incredibile su quali app i consumatori possono accedere e su come accedervi. Quando vedi questo stesso problema sorgere in tutto il mondo, è ancora più ovvio che dobbiamo agire“.

Ovviamente non si è fatta attendere la risposta dei due giganti hi-tech che, a parer loro, la possibilità di offrire canali di pagamento al di fuori dei rispettivi app store comporterebbe un rischio serio per la sicurezza e la privacy degli utenti. “La proposta Telecommunications Business Act metterà a rischio di frode gli utenti che acquistano beni digitali da altre fonti, minerà la loro protezione della privacy, renderà difficile la gestione dei loro acquisti e funzionalità come Ask to Buy e Parental Control diventeranno meno efficaci“, sottolinea Apple; Google, dal canto suo, teme che “il processo affrettato non abbia consentito un’analisi sufficiente dell’impatto negativo di questa legislazione sui consumatori coreani e sugli sviluppatori di app“.