Circa due anni fa, diverse aziende cinesi produttrici di smartphone, ovvero Oppo, Xiaomi e Vivo avevano unito le forze per creare uno standard di trasferimento dati wireless, alleanza alla quale ora si è unita anche Samsung, passo decisamente importante per l’implementazione di questa tecnologia su una moltitudine di device. L’alleanza in questione è la MTA o Mutual Transfer Alliance e comprende, oltre alle aziende sopracitate alcune altre aziende molto importanti: OnePlus, Meizu, ZTE, HiSense e ASUS, insieme al suo sottobrand ROG.

Ovviamente questo gruppo di aziende già da sè possiede una percentuale di market-share molto importante, ma Samsung va a dare ancor più risalto e linfa alla Mutual Transfer Alliance che vista la sua natura ha bisogno di più device e risorse possibile, per poter essere utilizzato da un gran numero di utenti e poter diventare uno standard affermato. È giusto dire però che in realtà Samsung ha già il suo standard di trasferimento wireless proprietario, chiamato Quick Share, arrivato dopo che Google aveva annunciato la sparizione di Android Beam, che avrebbe lasciato il passo a Nearby Share.

Samsung MTA

Samsung quest’anno ha anche rilasciato un app per Windows proprio per espandere il numero di device sul quale il suo Quick Share è in grado di funzionare. La partecipazione di Samsung a Mutual Transfer Alliance significa che smetterà di utilizzare il suo Quick Share? Sicuramente no ma Samsung ha colto l’occasione per offrire una funzionalità aggiuntiva ai suoi utenti, che potranno utilizzare anche lo standard creato dalla MTA per condividere file con dispositivi di altri marchi. Samsung non ha annunciato una data di rilascio per il supporto della nuova feature ma probabilmente non ci vorrà molto tempo.

Intanto Google riceve un altro colpo da parte della concorrenza, sempre più agguerrita. Se è vero che prima doveva fare soltanto i conti con AirDrop di Apple, ora si ritrova ben due altri standard a fare concorrenza al proprio Nearby Share. Big G sarà in grado di rispondere? Sicuramente un passo in avanti in questo senso è stato fatto con l’annuncio del supporto di Nearby Share su Chrome OS, ma se davvero Google vuole cambiare passo dovrà supportare anche i PC Windows, magari tramite Chrome.