Nel corso dell’evento nel quale Huawei ha presentato numerose novità hardware, tra cui nuovi smartwatch, monitor e cuffie e due nuovi tablet, c’è stato spazio anche per HarmonyOS, l’elemento comune per i dispositivi dell’ecosistema del colosso cinese. E finalmente il sistema operativo arriva anche sugli smartphone, anche quelli decisamente datati.

One as All All as One

One as All, All as One“: questo è lo slogan che accompagna il nuovo sistema operativo, mettendo subito in chiaro le capacità distribuite del software che permetterà ai dispositivi sui quali girerà HarmonyOS di collaborare e condividere funzioni e informazioni senza intaccare l’esperienza utente.

Grazie al nuovo software sarà possibile realizzare una serie di scenari dedicarti alla smart life, con soluzioni dedicate al lavoro e alla vita quotidiana. Sono cinque gli scenari principali messi a punto da Huawei: Smart Home, Smart Office, Smart Travel, Sport e Health and audio-video entertainment, per coprire dunque ogni aspetto della vita quotidiana.

La versatilità di HarmonyOS è fuori discussione, visto che può girare indifferentemente su dispositivi con poche centinaia di KB di memoria, come forni a microonde o frullatori, così come su smartwatch, smart TV e smartphone, dove la memoria a disposizione è molta di più. E con la tecnologia distribuita HarmonyOS permette di collegare diverse tipologie di dispositivi per creare un unico Super Device, da utilizzare per controllare ogni singolo dispositivo senza dover accedere ad altre app o al dispositivo stesso.

Va detto che HarmonyOS 2.0 ha decisamente parecchie similitudini con Android 10, a partire dall’easter-egg, lo stesso del robottino verde. E le somiglianze sono ben evidenti anche a livello di interfaccia, come potete vedere dalle immagini della galleria sottostante, Le prime due immagini sono prese da Huawei Mate Pro con Android e interfaccia EMUI, le ultime due dal nuovo MatePad Pro con HarmonyOS.

Interpellata sulla vicenda Huawei ha confermato che il software è HarmonyOS e che è stato fatto largo uso di risorse open source di terze parti, Linux incluso, per accelerare lo sviluppo dell’intera architettura. Resta quindi la possibilità che HarmonyOS sia a tutti gli effetti un fork di Android più che un sistema completamente nuovo, come invece aveva fatto inizialmente intendere Huawei.

L’annuncio più atteso è però quello legato al rilascio di HarmonyOS 2.0 per gli smartphone Huawei, e da questo punto di vista è confermato che il sistema operativo è capace di adattarsi alla piattaforma su cui gira offrendo comunque prestazioni di rilievo. Lo conferma la lista di smartphone supportati, composta da oltre 200 dispositivi.

Oltre ai modelli più recenti, come era lecito attendersi, saranno coinvolti anche dispositivi lanciati nel 2016, una scelta coraggiosa da parte di Huawei che evidentemente vuole dimostrare di saperci fare con il software. Oltretutto in questo modo conferma il proprio impegno per ridurre i rifiuti tecnologici, permettendo di utilizzare un software aggiornato anche su smartphone che non vedono una nuova versione di Android da anni.

La lista è decisamente lunga e include, solo per citare alcuni modelli, le serie Mate 40, P40, Mate 30, MatePad Pro, mate 20, Nova 7, Nova 6, Nova 5, Matepad, P20 ma anche smartphone più datati come le serie Mate 10 e Mate 9 e la serie P10 che risale a 4 anni fa. Nel corso dell’evento però non è stata fatta chiarezza su cosa accadrà agli smartphone con i servizi Google.

Dopo l’aggiornamento potranno continuare a utilizzare i servizi di Big G, visto che erano ufficialmente supportati, o dovranno rinunciare con conseguenti difficoltà da parte degli utenti. Ne sapremo di più nel corso delle prossime settimane che, come ha lasciato sottintendere Richard Yu, potrebbero riservare qualche sorpresa.