È ormai imminente l’arrivo di HarmonyOS sui dispositivi Huawei: il 2 giugno, alle 8 ora cinese (le 14 in Italia) si terrà un evento in live streaming nel corso del quale sarà annunciato ufficialmente il nuovo sistema operativo, destinato a prendere il posto di Android su tutti gli smartphone e i tablet del colosso cinese.

Il canto del cigno? No, un cambio di rotta

L’annuncio relativo alla presentazione di HarmonyOS è arrivato tramite un breve video, pubblicato su Weibo, che mostra la bootanimation con la scritta Huawei seguita dal logo del nuovo sistema operativo. Al termine del filmato viene mostrata la data dell’evento di lancio, nel corso del quale dovrebbe essere annunciato anche un nuovo tablet, Huawei MatePad2, che dovrebbe essere il primo ad arrivare sul mercato con HarmonyOS a bordo.



Entro la fine dell’anno il sistema dovrebbe arrivare su almeno 300 milioni di dispositivi, sostituendo Android con il quale sembra condividere molto. L’interfaccia è comunque molto simile a EMUI 11, l’ultima versione basata su Android, per cui dal punto di vista dell’esperienza utente non dovrebbe cambiare molto.

Qui sopra vedete anche il logo del sistema operativo, che potremo chiamare HM OS per semplicità, che manderà definitivamente in pensione EMUI. Il produttore cinese sta infatti rinominando tutte le pagine dedicate a EMUI, che ora richiamano HarmonyOS, chiamato HongmengOS in patria.

Le conseguenze del ban commerciale da parte degli Stati Uniti si vedono e ormai Huawei è sparita dalle prime posizioni delle classifiche di vendita ma la compagnia cinese è tutt’altro che intenzionata a mollare. Mentre la serie Huawei P50 non è ancora stata presentata, e potrebbe non arrivare mai sui mercati internazionali, la dirigenza sembra avere le idee ben chiare sul futuro.

Se la nuova serie di smartphone potrebbe rappresentare il canto del cigno in un mercato in cui è impossibile proseguire, viste le troppe limitazioni, Huawei sembra intenzionata a conquistare il mondo a modo suo, utilizzando il software. Un memo interno sottolinea come Ren Zhengfei, capo e fondatore della compagnia, abbia già deciso che Huawei debba concentrarsi sul software.

Quest’ultimo è al di fuori del controllo dell’amministrazione americana ed è più semplice essere completamente indipendenti e autonomi, senza dipendere dagli umori e dalle strategie commerciali di altri protagonisti. È dunque possibile che Huawei decida di uscire completamente di scena dal mercato della telefonia mobile, per concentrare i propri sforzi e i propri investimenti sul software, che potrà poi essere concesso in licenza a produttori di terze parti.

Le capacità non mancano certamente a Huawei che potrebbe dunque ritagliarsi nuovi spazi abbracciando una filosofia open source che potrebbe attirare nuove forze. Il tutto con la possibilità di snobbare gli USA, che a quanto pare non rientrano nei piani della società: “Una volta ottenuto il dominio in Europa, Asia e Africa, se gli standard americani non saranno in linea con i nostri, e non potremo entrare nel mercato USA, allora gli USA non potranno entrare nel nostro territorio“.