Nel corso del Chrome Dev Summit 2020 Google ha annunciato diverse novità per il proprio browser, inclusi strumenti per gli sviluppatori, Oltre a riepilogare quanto accaduto nel 2020 ha annunciato l’arrivo di Manifest V3 su Google Chrome, con numerose implicazioni per quanto riguarda prestazioni, sicurezza e privacy.

Manifest V3 debutta con Chrome 88

Dopo aver annunciato l’intenzione di lanciare un nuovo manifest per Chrome, Google ha confermato che Manifest V3 arriverà ufficialmente con Chrome 88, già disponibile in versione beta e da gennaio in versione stabile.

Con il nuovo manifest è possibile inibire il funzionamento di API obsolete, modificare il funzionamento delle estensioni e più in generale l’esperienza d’uso del web. Tre sono i settori in cui si concentrano le novità: sicurezza, prestazioni e privacy.

Con Manifest V3 viene impedito l’esecuzione remota di codice, un meccanismo utilizzato spesso da vettori di attacco per eludere il controllo degli strumenti anti malware di Google. In questo modo sarà più semplice revisionare le estensioni caricare sul Chrome Web Store.

Google introduce inoltre i service workers che vanno a sostituire le pagine in background, che continuano a consumare risorse anche se le estensioni non sono in uso. Invece i service workers sono effimeri e vengono eseguiti separatamente rispetto alle pagine web, riducendo il consumo di risorse di sistema, a tutto vantaggio delle prestazioni.

In questo modo è possibile creare funzioni che non richiedono la presenza di una pagina web o dell’interazione da parte dell’utente, come ad esempio le notifiche push o la sincronia in background. Con il nuovo modello per le estensioni l’utente avrà inoltre maggiore controllo su come vengono utilizzati e condivisi i propri dati, con la possibilità di concedere o meno i permessi, anche ad ogni accesso.

Le novità del 2020 di Chrome e quelle in arrivo

Uno dei punti chiave dello sviluppo di Google Chrome è la Privacy Sandbox, una iniziativa volta a sviluppare un set di standard aperti al fine di migliorare la gestione della privacy sul web. Google è intenzionata a creare valide alternative ai cookie e ad altri meccanismi di tracciamento e sta per rilasciare nuovi strumenti per misurare la conversione dei click e garantire il trust tra diversi siti senza un tracciamento passivo.

Con Chrome 88 gli sviluppatori possono accettare pagamenti grazie all’API Digital Goods mentre in precedenza, con Chrome 86, hanno potuto pubblicare le proprie Progressive Web App Sul Play Store utilizzando la Trusted Web Activity.

Nel corso del 2020 Google ha puntato molto sul miglioramento delle prestazioni, visto che Chrome è universalmente riconosciuto come un divoratore di risorse. Sta arrivando la compressione dei puntatori V8 che permette di ridurre il consumo di memoria ed elimina le pause per il parsing dei file in javaScript, che vengono caricati in parallelo, interpretati e compilati e pronti per essere utilizzati al momento del bisogno.

Nel 2020 è arrivata anche l’iniziativa Web Vitals che presenta metriche rappresentanti l’esperienza d’uso ideale. A partire dal mese di maggio 2021 il ranking della ricerca terrà conto anche di questi dati, facendoli diventare un punto di riferimento importante nella creazione delle pagine.

I nuovi dati saranno ovviamente a disposizione degli sviluppatori su Google Analytics, per rendere più semplice l’analisi e la comparazione dei dati. Nel prossimo futuro di Google Chrome c’è Houdini.how, un set di API che renderà ancora più semplice estendere l’uso dei fogli di stile CSS, per interfacce web più facili da comporre.

Potete seguire le sessioni del Chrome Dev Summit 2020, che quest’anno si tiene in maniera virtuale, visitando questo canale YouTube.