Un nuovo brevetto registrato da Google presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ci svela alcune interessanti anticipazioni su una delle novità che potrebbero essere presto implementate in Google Assistant, servizio sempre più al centro dell’intero ecosistema creato dal colosso di Mountain View.

Stando a quanto si apprende, infatti, l’assistente vocale del colosso di Mountain View potrebbe iniziare ad agire come una sorta di intermediario tra l’utente e i servizi 3P di terze parti.

Si tratta di una soluzione che dovrebbe rendere più popolare una feature che è già presente ma che ad oggi pare essere molto poco sfruttata, anche perchè la maggior parte degli utenti non è pienamente consapevole di cosa sia possibile fare con Google Assistant (la pagina ufficiale dedicata al servizio potrebbe offrirvi un antipasto).

Cosa potrebbe fare presto Google Assistant

Il nuovo sistema ideato da Google dovrebbe consentire agli utenti di sfruttare un agente 3P tramite l’assistente vocale anche senza conoscere le parole chiave per attivarlo o persino ignorando la sua stessa esistenza.

In pratica, sarà Google Assistant a decidere autonomamente, in base alle necessità dell’utente, quale servizio possa essere quello giusto da sfruttare di volta in volta: i servizi di terze parti supportati interagiranno con Google Assistant, che poi fornirà una risposta all’utente.

Il brevetto di Google chiama questo processo “dialogo dinamico” e potrebbe consentire all’assistente di compiere una serie di attività sfruttando la propria voce, per esempio ordinando cibo da asporto o prenotando una corsa con Uber, il tutto con un miglioramento dell’esperienza utente e un notevole aumento della velocità: e così, invece di dover chiamare direttamente un servizio clienti di un grande negozio e interagire con esso (spesso e volentieri anche con non poche difficoltà), l’utente potrebbe conseguire subito l’obiettivo desiderato grazie al lavoro dietro le quinte di Google.

Sempre sulla base di tale brevetto, il sistema ideato da Google sarà capace di determinare se il servizio usato per compiere una determinata attività in precedenza non è adatto a ciò che serve all’utente e cambiare automaticamente, senza che questi se ne possa accorgere e con un’esperienza che dovrebbe ricordare quella di un dialogo con un altro essere umano.

Anche se potrebbe sembrare un’implementazione di Google Duplex nell’assistente, ancora il colosso di Mountain View non è arrivato a quel punto, sebbene la strada intrapresa sia proprio quella.

Inoltre c’è da ricordare che l’aver depositato la richiesta di un brevetto non equivale a dire che il colosso statunitense lancerà effettivamente prodotti che lo sfruttino. In sostanza, per capire cosa Google abbia in serbo per noi, dovremo attendere informazioni ufficiali.