Augmedix fa parte di quelle startup nate in seguito alla presentazione dei Google Glass da parte del colosso di Mountain View e il cui scopo era portare il dispositivo di realtà aumentata in campo medico. Dopo che la prima iterazione dei Google Glass è stata abbandonata dal suo creatore, sembra che ci stia riprovando con la nuova versione, già avvistata negli stabilimenti di produzione di Tesla.

A differenza del produttore di automobili, che non ha confermato ufficialmente l’impiego dei Google Glass for Work, Augmedix fa del nuovo strumento il suo punto di forza, visto che si occupa di sviluppare un software che permetta al medico di avere tutti i dati del paziente disponibili sul visore attraverso una serie di comandi vocali.

Ian Shakil, il CEO di Augmedix, afferma infatti: “(I Google Glass) saranno attivati di fronte al paziente. Noi facciamo tutto il lavoro dietro le quinte.” Per finanziare lo sviluppo del software per i Google Glass Shakil ha raccolto oltre 17 milioni di dollari da un quintetto di istituti medici che rappresentano oltre 100.000 fornitori di assistenza sanitaria.

In precedenza invece Augmedix, uno dei dieci partner ufficiali di Google Glass for Work, aveva raccolto altri 16 milioni di dollari grazie a DCM Ventures, una delle tante società di investimenti con sede in Sand Hill Road, da sempre sede delle maggiori compagnie di investimenti della Silicon Valley in California.

Attualmente il mercato di Augmedix è limitato ad alcune centinaia di clienti, principalmente fisioterapisti e chirurghi ortopedici, ma la società conta di espandere quello che si prospetta come un business multi milionario già nel corso del prossimo anno. Sembra che i pazienti stiano accogliendo in modo positivo la nuova tecnologia che, agli occhi di molti, appare più appropriata su un medico piuttosto che su un cittadino comune.

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