Stephen Hall, un noto redattore del sito Web 9to5google, ha sfruttato la nuova funzione Moments di Twitter per pubblicare una serie di importanti informazioni su Andromeda, l’ipotetico sistema operativo che dovrebbe unire il mondo di Android a quello di Chrome OS.

Il noto redattore ha riportato una voce di corridoio secondo la quale Andromeda sarà presentato durante l’evento di Google dedicato ai nuovi smartphone Google Pixel (4 ottobre 2016). Secondo Hall, se questa notizia dovesse essere confermata, è bene placare gli animi perché i primi dispositivi con Andromeda potrebbero tardare ancora un anno.

Di seguito vi riportiamo le 10 osservazioni fatte Stephen Hall a proposito di Andromeda così come le ha elencate sul suo Momento (Moments) su Twitter:

  1. Andromeda funzionerà su qualsiasi cosa, come telefoni, tablet e laptop
  2. Allo “fa parecchio schifo al momento,” ma la prossima versione avrà molto più senso sui dispositivi Andromeda
  3. L’obiettivo a lungo termine è quello di muoversi da Android ad Andromeda che, come già detto, dovrebbe funzionare su qualsiasi cosa (come Windows 10)
  4. Andromeda non è semplicemente Android con le “finestre” e non è semplicemente ChromeOS. Inoltre, sarà molto più incentrato sul cloud rispetto ad Android
  5. Il nuovo sistema operativo non sarà retrocompatibile con gran parte dei vecchi dispositivi, forse nessuno. Persino il Nexus 9 sul quale si stanno svolgendo i test non lo riceverà
  6. Probabilmente, in termini di funzionalità, Allo su Andromeda sarà molto più vicino ad un concorrente di iMessage
  7. Google vuole usare Andromeda per spingere gli utenti ancora più all’interno dei propri servizi cloud e nel proprio cloud storage
  8. Non si sa se “Andromeda” sarà il nome definitivo. Potrebbe trattarsi semplicemente di un nome utilizzato all’interno dell’azienda
  9. Il dev kit di Andromeda potrebbe non essere annunciato durante l’evento del 4 ottobre. Tuttavia dovremmo aspettarci una sorta di “anteprima” nel mese di novembre
  10. Per coloro che sono preoccupati a causa del sistema basato sul cloud: l‘hardware ed il software dei prototipi sembrano funzionare molto bene anche quando sono offline

Ribadiamo che quelle sopra riportate non sono da ritenersi informazioni ufficiali, tuttavia, visto che sono state riportate da un noto redattore particolarmente vicino a Google, possiamo aspettarci un briciolo di verità.