Il più grande problema che stanno affrontando attualmente i produttori è al contempo semplice e complesso, noto e nascosto. Innovare è diventato il problema maggiore. L’innovazione a tutti i costi che ci ha accompagnato in questi anni ha fatto sì che nulla fosse davvero nuovo e che tutto lo fosse sempre. Ma questo sta tornando indietro come un boomerang per colpire gli stessi che hanno proposto questo modello.

Apple è un esempio ottimo: l’azienda di Cupertino si è sempre proposta come agente innovatore e rinnovatore, fin quasi rivoluzionario, nel mercato della tecnologia. Oggi non riesce più a stare al passo con la sua stessa fama, poiché gli utenti chiedono che le novità siano più numerose e di maggior rilievo, ma l’azienda non riesce a fornirle nei settori dove ormai opera tradizionalmente. iOS 7 ha portato alcune novità che servivano da tempo, ma è fondamentalmente lo stesso sistema operativo che nacque sette anni fa con il primo iPhone. Non ci sono stati grandi cambiamenti e non c’è stato quel rinnovamento che tanti aspettavano ed auspicavano.

D’altronde, il cambiamento è arrivato con iOS 8 che altro non è che una “androidizzazione” di iOS. Apple si è piegata a dare alla gente quello che chiedeva (ovvero una maggiore libertà e una maggiore personalizzazione del sistema, da sempre fiore all’occhiello di Android), anziché imporre la sua visione come ha sempre fatto. Un primo segnale di un cedimento da parte dell’azienda. Ma ne abbiamo già parlato quando abbiamo definito – provocatoriamente – iOS 8 la nuova versione di Android.

Lo stesso è accaduto per Samsung, HTC e tante altre società: ci hanno talmente abituato a grandi cambiamenti di generazione in generazione che ora i cambiamenti che apportano non sembrano più abbastanza. Il Galaxy S5 è un altro esempio di grande spessore in questo senso: il top di gamma di Samsung appare infatti molto simile ai suoi predecessori e non c’è stata quella rivoluzione che gli utenti si sarebbero aspettati dopo anni in cui il design e le funzioni sono rimasti più o meno immutati.

Sono moltissimi gli utenti che si lamentano del fatto che manca innovazione. Ma è davvero così oppure è una suggestione? A parer mio bisogna propendere per la seconda ipotesi. Siamo stati abituati male da anni in cui il mercato stava ancora nascendo e c’erano tantissime possibilità che attendevano di essere colte e i produttori l’hanno fatto, sperimentando e differenziando quanto più possibile i propri prodotti in attesa di trovare una combinazione vincente. Alcuni l’hanno fatto, altri no. Ma ora la situazione è mutata e i produttori stanno affinando i modelli già sperimentati, piuttosto che lanciarsi in rinnovincompleti che non si sa quali frutti possano portare: il vecchio detto “squadra che vince non si cambia” è sempre valido.

Ma spesso ci troviamo davanti ad illusioni. Si confonde “innovazione” con “rivoluzione”, perché in questi anni i due termini sono stati usati pressoché come sinonimi, o uno in sostituzione dell’altro. Questo causa ora problemi a quelle aziende che innovano ma non rivoluzionano.

Trovo che Apple non abbia davvero fatto quello che ci si sarebbe aspettati e come avrebbe dovuto per riguadagnare l’utenza persa a favore di Android e Windows Phone, ma comunque abbia davvero creato qualcosa di nuovo. iOS 7 ha un design totalmente rinnovato che pur non essendo gradito da tutti farà indubbiamente scuola, perché prende quanto fatto da Google con Android e lo porta alle estreme conseguenze, creando un sistema estremamente minimalista. Non credo sia improbabile che anche Android segua questa strada in futuro, anche se probabilmente non arriverà al punto di iOS 7 in quanto a minimalismo. L’ultima iterazione di Google+ è un buon indizio in questo senso.

Dall’altro lato, il Galaxy S5 è totalmente rinnovato rispetto ai predecessori e ha un design che, pur ereditando dei caratteri comuni a tutta la serie S (che fanno però parte da sempre del linguaggio del design di Samsung), porta un certo grado di innovazione sia nelle linee che nella sostanza. Certo, può piacere come può non piacere, ma di fatto le novità in campo ci sono.

Possiamo certamente aspettarci grandi cambiamenti nei prossimi anni, ma io ritengo che saranno graduali e arriveranno scaglionati, non tutti insieme. Ritengo anche che alcune serie di smartphone e tablet, come i Galaxy S, non subiranno cambiamenti drastici: l’utenza si è abituata ad un certo genere di approccio e mutarlo drasticamente non porterebbe, probabilmente, a grandi risultati. Mi aspetto, invece, cambiamenti maggiori da parte di realtà come Motorola, LG, Xiaomi, Acer e tutti i produttori minori come Oppo, OnePlus, Meizu e così via.

Tutti questi stanno portando cambiamenti “minori”, ma importanti: Motorola ha portato per prima all'”unbundling” (“spacchettizzazione”) delle applicazioni di sistema e a utilità come Active Display; LG a comodità di vario genere come un assistente personale che fa davvero da assistente, piuttosto che alla possibilità di connettere lo smartphone al tablet per gestire chiamate e SMS dal secondo; OnePlus ha portato veri top di gamma a prezzi da urlo… La lista è lunga. Sono tutte cose relativamente piccole, ma a loro modo importanti.

Sono stati gli stessi “grandi nomi” tra i produttori a portarci in questa situazione, ma non credo che saranno loro a tirarcene fuori nei prossimi due anni. L’avanzamento tecnologico è arrivato ad un punto in cui non c’è più la stessa crescita e, finché non saranno disponibili nuove tecnologie come gli OLED e le altre componenti del sistema flessibili, saremo relativamente fermi con dispositivi molto simili agli attuali.

Le innovazioni saranno sul software e saranno molte, come ha dimostrato Google con Android L. Non nutro, però, grandi speranze per l’hardware. Spero di sbagliarmi.

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