I termini per l’eliminazione definitiva del roaming all’interno della comunità europea potrebbero allargarsi notevolmente, almeno fino al 2018. Il Parlamento Europeo aveva sancito che a partire da Natale 2015 i cittadini comunitari avrebbero smesso di pagare il roaming al di fuori del proprio stato ma il Consiglio UE, presieduto dalla Lettonia, ha recentemente presentato una proposta che stravolge le decisioni del Parlamento.

I punti cardine della bozza stilata dalla presidenza lettone sono due: roaming e neutralità della rete. Con il termine roaming, per chi non lo sapesse, si intende la possibilità di comunicare tramite rete cellulare utilizzando le infrastrutture di un operatore telefonico differente da quello con cui si è stipulato un contratto. Ciò avviene solitamente quando si visita un paese estero.

Il roaming ha ovviamente un costo e tale costo è spesso molto elevato. L’Unione Europea punta a divenire un organismo continentale sempre più interconnesso ed interdipendente in modo da favorire lo scambio tra le varie popolazioni (è anche per questo che è stata introdotta la moneta unica, l’Euro) e la presenza del roaming non favorisce affatto tale scopo.

È per questo motivo che il Parlamento UE aveva scelto di eliminare definitivamente i sovraccosti per gli utenti. Ma allora perché il Consiglio ha deciso di remare contro? Sostanzialmente per favorire gli interessi degli operatori. Questi ultimi infatti non sono in grado di fornire il roaming gratuito senza andare in perdita e ciò è dovuto ai costi che devono sostenere all’ingrosso. Da qui la proposta della presidenza lettone al Consiglio UE: modificare i costi all’ingrosso per poi abbassare i costi al dettaglio (ovvero al pubblico). Agendo in questo modo si evita che gli operatori vadano in perdita ma allo stesso tempo si allungano notevolmente i tempi, almeno fino al 2018.

Per quanto concerne l’altro punto cardine, ovvero la neutralità della rete, la proposta del Consiglio UE ha sollevato forti critiche. Cosa si intende però con il termine “neutralità della rete”? Il concetto è piuttosto complesso ma può essere riassunto dicendo che una rete può essere considerata neutrale quando sia priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano. Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, ha affrontato così l’argomento:

Vent’anni fa, gli inventori di Internet progettarono un’architettura semplice e generale. Qualunque computer poteva mandare pacchetti di dati a qualunque altro computer. La rete non guardava all’interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere e essere utile. Quel progetto ha permesso all’hardware e alle tecnologie di trasmissione a supporto di Internet di evolvere fino a renderlo migliaia di volte più veloce, nel contempo permettendo l’uso delle stesse applicazioni di allora. Ha permesso alle applicazioni internet di venire introdotte e di evolvere indipendentemente.
Quando ho progettato il Web non ho avuto bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Le nuove applicazioni arrivavano sul mercato già esistente di Internet senza modificarlo. Allora provai a rendere la tecnologia del web una piattaforma al contempo universale e neutrale, e ancora oggi moltissime persone lavorano duramente con questo scopo. Il web non deve assolutamente discriminare sulla base di hardware particolare, software, rete sottostante, lingua, cultura, handicap o tipologia di dati.
Chiunque può scrivere un’applicazione per il Web, senza chiedere a me, o a Vint Cerf, o al proprio ISP, o alla compagnia telefonica, o al produttore del sistema operativo, o al governo, o al fornitore dell’hardware.

Ora la proposta avanzata dalla presidenza del Consiglio UE sembra seguire la linea già tracciata lo scorso semestre dall’Italia privilegiando di fatto un “approccio basato sui principi”, mentre il Parlamento UE aveva fatto molto di più sancendo una serie di regole che di fatto impedivano agli operatori di creare dei canali preferenziali su internet.

Il Consiglio UE sembra avere tutta l’intenzione di rivoluzionare il testo prodotto dal Parlamento Europeo e ciò, come abbiamo detto, potrebbe rappresentare un netto passo indietro per i consumatori.

Mille grazie a GiorGio per la segnalazione!