Visto che le fotocamere degli ultimi top di gamma offrono ottime performance fotografiche, un normale utente potrebbe chiedersi perché acquistare una reflex dal costo similare che però, a differenza dello smartphone, ci permette di fare solo foto. In questo articolo andremo a vedere quali sono le differenze tra smartphone e reflex e in quali casi dovremo acquistare una fotocamera a parte.

Innanzitutto iniziamo col capire come viene scattata una foto: la luce proveniente dalla scena attraversa le lenti e raggiunge il sensore, dove l’immagine viene acquisita. Partiamo dal capire meglio cos’è il sensore: è il corrispettivo della pellicola nella fotografia digitale, quell’elemento che permette di acquisire l’immagine. È composto da fotositi, elementi in grado di convertire l’intensità luminosa in impulso elettrico. Tutti gli impulsi vengono poi elaborati e si ottiene così l’immagine. Andiamo ora a vedere le dimensioni di un sensore smartphone (ad esempio quello di LG G4) confrontato a quello di una reflex Full-Frame.

confronto sensori reflex smartphone

 

Facendo un rapporto tra le due superfici si ottiene che il sensore reflex è 43 volte più grande! Nel mezzo si collocano i sensori delle fotocamere compatte e di quelle con sensore APS-C (25,1 × 16,7 mm).

Maggiori dimensioni del sensore equivalgono a maggiori dimensioni di ogni pixel (e viceversa): questo permette al sensore di catturare più luce per ogni pixel e, quindi, di avere più informazioni precise a disposizione riguardo la luce sul singolo punto. Questo fatto riduce il cosiddetto rumore d’immagine, ovvero delle distorsioni causate da interferenze elettriche che aumentano notevolmente al diminuire delle dimensioni del sensore.

Cosa comporta questa maggior superficie? Maggior resistenza agli alti ISO e maggior nitidezza dei dettagli dell’immagine, ovvero gli elementi in cui gli smartphone soffrono. Unito a questo, “l’obiettivo” di uno smartphone è molto più piccolo e cattura poca luce in confronto a quelli reflex, aggravando ancora di più il problema del rumore digitale. Quindi, sebbene negli ultimi tempi le fotocamere sugli smartphone abbiano fatto ottimi passi avanti, ricordatevi che per fare belle foto ci vuole ben altro. Dico questo perché, purtroppo, sono molte le persone che fanno foto con i cellulari e poi si trovano davanti a risultati deludenti, sopratutto nelle foto sportive.

Quindi, riassumendo, andiamo a vedere quelle situazioni dove si può e quelle in cui invece non è consigliato usare lo smartphone:

Lo si può usare

  • In condizioni di luce ottimali
  • In interni ben illuminati
  • In scene con poca luce, senza movimento (usare uno smartphone dotato di stabilizzazione ottica (OIS) può aiutare molto)

È sconsigliato usarlo

  • Per fotografare sport al chiuso (palestre, palazzetti, ecc.), poiché l’automatico tenderà ad impostare un tempo troppo lento, creando una foto mossa
  • Per fotografare sport molto veloci (es. ginnastica artistica), stesso motivo del precedente punto
  • Per fare foto destinate a ingrandimenti, poiché inizia a vedersi la differenza di lenti e sensore più grande
  • Cerimonie in chiesa, generalmente è un ambiente con poca luce, quindi la cosa migliore è affidarsi ad un fotografo professionista o ad attrezzature specifiche
  • Per fotografare di notte (es. luna), a causa degli ISO molto alti che comportano aumento del rumore d’immagine e perdita di qualità

Speriamo che con questo articolo molti di voi abbiano capito dove stanno le differenze e che quest’ultime sono incolmabili dal software.

Anche questo articolo della rubrica #SmartPhoto è giunto al termine. Per qualsiasi dubbio o suggerimento per i prossimi articoli non esitate a scriverci nei commenti!