Ovviamente la premessa è d’obbligo e, anche se scontata, vale come monito generale ed in questo caso mai così forte: le operazione di riparazione dei terminali eseguite “a casa” invalidano per sempre la garanzia. Basta solo rimuovere una vite ed il tutto è perduto, quindi il “Don’t try this at home” è un monito che deve riecheggiare durante tutto il corso dell’articolo, anche se non espressamente detto. Perché questo avviso così sentito? Il titolo è la risposta a quanto appena chiesto.
Loro sostengono, e noi ci uniamo a mo’ di monito, che il terminale è pessimo da riparare in autonomia. Attenzione, quest’affermazione è un po’ un’arma a doppio tagli. Se da un lato siete esperti del settore, allora le vostre capacità saranno messe a durissima prova. Se invece non siete competenti ed il centro assistenza è la vostra La Mecca tecnologica, prendete quanto segue come medicina, ossia così com’è, tanto non avrete il coraggio di inoltrarvi in operazioni così ardite come me.
iFixit ha infatti dato il primo 1/10 come valutazione per la riparazione dei terminali. Fra le principali difficoltà, per dovere di cronaca, vi segnaliamo la difficoltà di rimuovere la parte posteriore, che potrebbe essere facilmente danneggiata e che è necessaria per sostituire il display eventualmente rotto. Secondariamente la schermatura in rame di molti componenti: non solo è difficilissima da rimuovere, ma può risultare quasi impossibile da riposizionare.
Conclusione che dev’essere fatta è che, se è pessimo da disassemblare vuol solo dire una cosa: è stato assemblato in fabbrica in modo superbo. Questo processo infatti non può minimamente tenere conto delle nostre capacità o meno di aprire e riparare in autonomia i terminali, quindi ben fatto HTC per la qualità dei processi di assemblaggio e l’ingegnerizzazione della componentistica interna.