Negli ultimi tempi assistiamo in modo sempre maggiore a contese fra aziende a causa di rivendicazioni brevettuali. Nella maggior parte dei casi, le contese non hanno nulla a che fare con il brevetto, è più che altro un modo come un altro per cercare di estorcere denaro a qualche azienda con idee di successo e cercare di mettergli il bastone fra le ruote. Si tratta di idee lontanamente simili ad altre e il brevetto è spesso usato come giustificazione delle dispute. Ancora una volta protagonista è Google, questa volta con i Glass. Masayoshi Son, un ricco imprenditore giapponese, afferma di aver già ideato e brevettato una funzione presente su Glass.

La funzione riguarderebbe la traduzione istantanea del parlato tramite sottotitoli. Masayoshi fa notare che tale funzione viene descritta in un suo video del 2009 in cui parla del futuro tecnologico per i prossimi 30 anni, esattamente ad 1 0ra, 22 minuti e 49 secondi. In effetti, tale brevetto è stato poi successivamente depositato, nel 2010, dalla SoftBank Mobile Corp, un’azienda di cui Masayoshi è CEO.

La rivendicazione del brevetto, comunque, avviene dopo l’ultimo video promo pubblicato da Google su Glass, nonostante la funzione di traduzione istantanea, almeno per ora, non è identica. Masayoshi, in passato, ha già venduto un brevetto per la traduzione a Sharp per 1 milione di dollari. Vedremo come andrà a finire questa volta e se Google sarà costretta a mettere mano al “portafoglio”.

Via