Denon Envaya Mini è la dimostrazione che un altoparlante piccolo può produrre un suono grande – in tutti i sensi. Questo altoparlante di Denon è un piccolo concentrato di tutte quelle qualità che si ricercano negli speaker portatili: qualità del suono, design ricercato, dimensioni ridotte e prezzo abbordabile.

Caratteristiche e design

La prima cosa che colpisce di questo altoparlante Bluetooth è il fatto che è decisamente piccolo: con dimensioni pari a 210 x 54 x 51 mm e un peso di circa 540g, è davvero ultra-portatile. A colpire è anche il rapporto tra dimensioni e peso, dato che non ci si aspetta un peso simile da un oggetto così piccolo.

Denon Envaya Mini 2

L’altoparlante è realizzato totalmente in alluminio, con tutto il corpo che è traforato ed espone del tessuto azzurro sottostante, che aggiunge movimento e colore. Le due estremità sono in gomma rigida, che aiuta a rendere l’Envaya Mini più robusto. La costruzione è di altissimo livello, come ci si aspetta da un prodotto Denon, e l’altoparlante è solido e robusto.

Denon Envaya Mini ha una sezione trapezoidale, studiata per far sì che emetta suono puntando leggermente verso l’alto se appoggiato su un piano. In questo modo c’è una migliore diffusione del suono se lo si usa tendendolo su una scrivania. Sono presenti due piedini in gomma antiscivolo sul lato inferiore.

Denon Envaya Mini 3

I tasti per il controllo del dispositivo sono sul lato destro, mentre il lato sinistro ospita porta micro-USB e jack da 3.5mm (nascosti da un apposito sportellino) e il tasto per mostrare la carica residua con relativo LED. Una finezza è il fatto che il tasto per alzare il volume sporga dal corpo, mentre quello per abbassarlo sia incavato: in questo modo è possibile alzare o abbassare il volume senza dover guardare quale tasto premere.

Denon Envaya Mini 4

Particolarità è la resistenza all’acqua: l’altoparlante è certificato IPX5 ed è quindi possibile usarlo mentre si è in doccia senza timore di romperlo.

La confezione include un sacchetto in tessuto per trasportare l’Envaya Mini senza timore di rovinarlo.

Funzionalità

Non sono poi molte le funzionalità offerte da Denon Envaya Mini: si può solamente regolare il volume, avviare la riproduzione, mettere in pausa e cambiare traccia. Poche, ma essenziali funzioni. È presente NFC per l’accoppiamento rapido.

Manca purtroppo un avviso di qualche tipo circa lo stato della batteria: se non si controlla il LED sul lato sinistro l’altoparlante finisce per spegnersi all’improvviso e senza avvertimenti. L’autonomia è compresa tra le 6 e le 8 ore, a seconda del volume di ascolto.

Audio

La resa del Denon Envaya Mini non sembra quella tipica di un altoparlante di queste dimensioni e votato alla portabilità: il livello di dettaglio, l’ampiezza del suono, il (relativo, come vedremo) equilibrio ne fanno un oggetto raro nel maremagnum di altoparlanti portatili di qualità più o meno elevata che affollano il mercato.

La prima cosa che si nota è che il suono non sembra provenire da una fonte così piccola, ma da altoparlanti distanti tra loro mezzo metro o più: non si ha l’impressione di una fonte che è quasi puntiforme, ma di una fonte lineare ben più ampia di quanto lo sia realmente l’altoparlante. Un risultato davvero notevole, soprattutto visto che la stragrande maggioranza di questi altoparlanti è molto deludente sotto questo profilo. Merito di ciò è dei due driver da 40mm accompagnati da un radiatore passivo singolo.

Anche con brani complessi e stratificati come quelli dei Celtic Frost non si notano incertezze e tutte le parti vengono rappresentate correttamente. I limiti del Denon Envaya Mini emergono ad alto volume e negli alti: si possono sentire distorsioni nei medi e un appiattimento di questi ultimi, segno che l’altoparlante ha raggiunto il suo limite.

I bassi sono potenti, ma mai eccessivi; aggiungono tono e corpo al suono senza mai però risultare rimbombanti e senza coprire le altre tonalità. Denon è riuscita a creare la giusta alchimia in questo senso, anche se chi preferisce un suono perfettamente equilibrato non apprezzerà molto la presenza aggiuntiva di tonalità basse rispetto all’ideale curva piatta.

Discorso simile per i medi, che hanno la giusta presenza e il giusto volume (nel senso spaziale del termine: non sono piatti!). Davvero ottima la resa, anche se c’è un picco nei medio-bassi che emerge soprattutto con brani di musica classica e diventa fastidioso nel medio termine.

Gli alti sono quelli che soffrono di più e perdono sia in volume che in dettaglio rispetto alle altre componenti dello spettro, con ricadute anche sul resto del suono – che rimane, nonostante tutto, abbastanza equilibrato.

La gamma dinamica è molto ridotta: nel Bolero di Ravel è necessario alzare il volume ad un volume estremamente elevato per riuscire a sentire qualcosa nei primi due minuti. Questa non è una sorpresa perché, d’altronde, questo non è un altoparlante pensato per ascoltare i dettagli più fini e soddisfare i più esigenti.

Il volume è ottimo e riesce a riempire una stanza di medie dimensioni senza problemi. Non è sufficiente per una festa, ma per un sottofondo (o anche qualcosa di più) è più che adatto.

Con l’aiuto della scaletta di prova che trovate qui in alto, andiamo ad analizzare il rendimento di questo altoparlante:

  • Classica/sinfonica: i cori in Duel of the Fates appaiono decisamente sottotono e la scena è rarefatta e dispersiva. Il Bolero, come già detto, rivela problemi nella gestione della gamma dinamica, ma una volta alzato il volume è piacevole da ascoltare (compatibilmente con i limiti di un altoparlante portatile); lo stesso si può applicare alla 1812 di Tchaikovsky.
  • Jazz: è con i brani del Dave Brubeck Quartet che si può notare al meglio la mancanza degli alti: il dettaglio e il volume dei piatti della batteria sono molto ridotti e la mancanza di tali dettagli è nociva per i brani nel loro complesso.
  • Metal: il Denon Envaya Mini non entra in crisi quando si trova ad avere a che fare con Progeny dei Celtic Frost, tipicamente molto ostico per gli altoparlanti portatili per via dei bassi potenti. Anche la convivenza tra orchestra e metal di Sacred Worlds dei Blind Guardian è apprezzabile, mentre Freezing Moon dei Mayhem soffre della carenza sugli alti e risulta meno gelida del dovuto. Stranamente, gli alti sono prorompenti in The Drapery Falls degli Opeth nonostante siano presenti medi e bassi in gran quantità; la voce di Mikael Åkerfeldt è ben chiara e spicca sul resto della scena.
  • Rock: ottima Smells Like Teen Spirit, in particolare la chitarra nei primi secondi; è però In My Head dei Queens of the Stone Age a mostrare i punti deboli dell’Envaya Mini con alcune distorsioni nelle chitarre iniziali.
  • Trip-hop: Angel dei Massive Attack mostra molto bene come l’Envaya Mini produca sì bassi, ma non si spinga agli estremi e non riesca a riprodurre correttamente e ad un volume sufficiente il giro di basso iniziale.
  • Celtica/folk: buona la resa con la musica celtica e (neo)folk, anche se si notano l’eccessiva abbondanza nei medio-bassi e la deficienza degli alti.
  • Elettronica: come nell’elettronica si evidenzi una mancanza dei bassi più profondi, lo stesso avviene con l’elettronica: ci sono sì bassi, ma hanno un volume contenuto. Questo è particolarmente evidente in Borderline e Conditioned di Aes Dana.

In conclusione

Il confronto con altri altoparlanti simili lo vede emergere positivamente: rispetto al Creative Sound Blaster FRee, ad esempio, lo vede primeggiare per rotondità del suono e per presenza degli strumenti, oltre che per equilibrio generale; perde nella resa dei dettagli (soprattutto degli alti) e nelle funzionalità, ma il suono è complessivamente migliore. Se aggiungiamo anche la maggiore robustezza della costruzione, Envaya Mini diventa la scelta migliore.

Il Denon Envaya Mini offre un suono realmente convincente ad un prezzo abbordabile: è disponibile su Amazon.it a poco più di 100€, decisamente più in basso di concorrenti diretti come Bose Soundlink Mini e UE BOOM 2 che offrono sì qualcosa in più, ma costano anche – per l’appunto – molto di più.