Samsung ha presentato il Galaxy S25 FE la scorsa settimana con diverse interessanti novità, ma una caratteristica attesa dai fan del marchio coreano non ha trovato corrispondenza nella realtà. Nonostante i rumor che circolavano da settimane, il nuovo smartphone non è dotato dello scanner per impronte digitali a ultrasuoni, una tecnologia più avanzata rispetto alla soluzione ottica tradizionale.
Samsung ha infatti confermato che il Galaxy S25 FE monta un sensore per impronte digitali ottico integrato nel display, smentendo così le voci che parlavano di un upgrade al sistema a ultrasuoni. La confusione era nata dopo che alcuni rivenditori e siti web avevano erroneamente elencato la tecnologia ultrasonica tra le specifiche del dispositivo, anticipando una novità che invece Samsung ha disatteso con insoddisfazione di alcuni, considerando che gli scanner a ultrasuoni offrono prestazioni superiori sotto diversi aspetti rispetto alla tecnologia ottica.
Segui Samsung Italia su Telegram, ricevi news e offerte per primo
Quali sono le differenze tra le due tecnologie
Gli scanner per impronte digitali a ultrasuoni moderni hanno dei vantaggi significativi rispetto a quelli ottici. Innanzitutto, sono più veloci e precisi nel riconoscimento dell’impronta digitale, garantendo così all’utente un’esperienza d’uso più immediata e affidabile rispetto a quella della tecnologia più tradizionale.
Tuttavia, forse il vantaggio più apprezzabile nella quotidianità è la capacità di funzionare anche con le dita bagnate o umide, situazione in cui invece gli scanner ottici spesso falliscono. Insomma, il ricorso a una simile tecnologia avrebbe reso l’esperienza d’uso molto più conveniente, specialmente in condizioni atmosferiche avverse o dopo essersi lavati le mani.
Perché Samsung non è passata alla tecnologia a ultrasuoni
La scelta di Samsung di mantenere la tecnologia ottica nel Galaxy S25 FE e non passare a quella ultrasuoni potrebbe essere dettata principalmente da considerazioni economiche. Gli scanner a ultrasuoni hanno infatti un costo di produzione ben superiore rispetto a quelli ottici, e questo avrebbe dovuto riflettersi in modo inevitabile sul prezzo finale del dispositivo.
Tuttavia, è anche vero che il mercato sta cambiando, e lo sta facendo con rapidità. Negli ultimi 18 mesi sempre più marchi hanno iniziato ad adottare scanner a ultrasuoni, grazie soprattutto all’ingresso nel mercato del produttore cinese Goodix nel 2024. Prima di allora, Qualcomm era praticamente l’unico fornitore di questa tecnologia, e la propria posizione di forza l’aveva indotta a mantenere prezzi piuttosto elevati.
Quali alternative per chi vuole la tecnologia ultrasonica
Gli utenti che desiderano assolutamente uno scanner per impronte digitali a ultrasuoni non sono dunque completamente senza opzioni nell’ecosistema Samsung. Tutti i flagship della serie Galaxy S principale, a partire dalla serie Galaxy S10, sono ad esempio dotati di sensori a ultrasuoni.
Chi inoltre è disposto a investire di più può optare per la serie Galaxy S25 standard, che mantiene questa tecnologia avanzata. In alternativa, è possibile considerare modelli più datati della gamma flagship, che comunque offrono prestazioni superiori per il riconoscimento delle impronte rispetto al nuovo S25 FE.
Un compromesso comunque accettabile
Ad ogni modo, nonostante la mancanza dello scanner a ultrasuoni possa deludere alcuni utenti, il Galaxy S25 FE rimane un dispositivo interessante nel segmento medio-alto del mercato. Samsung ha probabilmente valutato che per il target di prezzo del dispositivo, un sensore ottico rappresenti un compromesso accettabile tra prestazioni e costi.
Inoltre, bisogna pur sempre ammettere che la tecnologia ottica, seppur meno avanzata, rimane comunque funzionale per l’uso quotidiano, anche se occasionalmente potrà presentare qualche difficoltà con dita umide o in condizioni di illuminazione particolare. Per molti utenti, questi piccoli inconvenienti potrebbero essere un prezzo accettabile da pagare per accedere alle altre caratteristiche premium del Galaxy S25 FE a un prezzo più contenuto.