Negli ultimi anni, Qualcomm ha trasformato le sue strategie di denominazione in un vero rompicapo per appassionati e addetti ai lavori. Dopo l’era dei numeri sequenziali (Snapdragon 865, Snapdragon 888), si è passati ai suffissi “Gen” (Snapdragon 8 Gen 1), con l’apparizione più recente della sigla “Elite” nella fascia top di gamma. Tuttavia, la scelta del nome Snapdragon 8 Elite 2 per il prossimo processore sembra già naufragata prima del suo debutto. Secondo le ultime indiscrezioni, il nuovo chip verrà presentato al prossimo Snapdragon Summit (23-25 settembre 2025) e potrebbe chiamarsi Snapdragon 8 Elite Gen 5 o semplicemente Snapdragon 8 Gen 5. Questa mossa, benché pensata per dare continuità alla linea Gen, rischia però di aggiungere confusione nel catalogo prodotti, già poco leggibile anche per gli utenti esperti.

Mentre Qualcomm tentenna sul naming, i principali competitor si muovono con più chiarezza. Apple, ad esempio, continua a proporre una sequenza ordinata con i suoi chip A18, A18 Pro e ora con il futuro A19 sui nuovi iPhone 17 attesi il 9 settembre. MediaTek, nel frattempo, lancerà il Dimensity 9500 appena un giorno prima del Summit Qualcomm, contribuendo a rendere il mese di settembre il più caldo dell’anno in ambito mobile. Questa differenza nella comunicazione crea una netta dicotomia nel settore: da un lato la prevedibilità e affidabilità dei nomi Apple, dall’altro le continue revisioni di Qualcomm che inseguono la moda del momento e le necessità di marketing, spesso perdendo di vista la chiarezza per l’utente finale.

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Specifiche tecniche: tra potenza e limiti

Se le sigle generano dubbi, le specifiche tecniche puntano, almeno sulla carta, a consolidare la supremazia di Qualcomm nell’universo Android. Il nuovo Snapdragon 8 Elite Gen 5 avrà una configurazione a due core principali da 4,61 GHz (e una versione speciale per Samsung Galaxy S26 Ultra a 4,74 GHz), sei core performance a 3,63 GHz e una GPU Adreno 840 che lavora fino a 1,2 GHz. Il processore verrà realizzato mediante il processo TSMC N3P a 3 nanometri, una soluzione “optical shrink” che promette un aumento delle prestazioni del 5% mantenendo lo stesso assorbimento energetico, oppure un’efficienza leggermente superiore a parità di frequenza. Tutto questo è pensato sì per incrementare la velocità pura— e i benchmark oltre i 4 milioni su AnTuTu lo dimostrano — ma senza rivoluzioni in termini di autonomia o efficienza reale, aspetto sempre più sentito dagli utenti moderni.

Specifiche Snapdragon 8 Elite Gen 5

Questa nuova generazione di chipset verrà adottata per la prima volta su una rosa di flagship cinesi: Xiaomi, Honor, iQOO, OnePlus e realme sono pronti a integrare il SoC nei rispettivi modelli di punta. Secondo i leak, i primi dispositivi disporranno della variante base a 4,61 GHz, mentre la più potente raggiungerà i 4,74 GHz solo nel 2026 sui flagship Samsung. Una crescita che si traduce in una lineup ancora una volta “a scalino”, con il “Gen 5” standard destinato ai device di alto livello ma non top, e il modello Elite rivolto agli ultra-premium, alimentando così anche una rafforzata segmentazione sul mercato Android.

Il dilemma eterno del branding

Quello che emerge, però, è che Qualcomm continua a rimandare una scelta cruciale: la coerenza nel branding. Dopo Snapdragon 8 Gen 3, la creazione del suffisso Elite avrebbe dovuto rappresentare un’evoluzione diretta, eppure la scelta di saltare a “Gen 5” rischia di depistare anche i più informati. Questa incertezza è acuita dalla velocità con cui la concorrenza rinnova i propri prodotti e presenta innovazioni: già nel 2025 si vedrà, nel giro di pochi giorni, una sfilata di nuovi chip tra iOS e Android pronti a contendersi la leadership in un mercato dove la riconoscibilità gioca un ruolo chiave.

Chi segue le vicende Qualcomm ricorderà gli scossoni passati: il passaggio da Snapdragon 865 a 888, l’abbandono del Gen 2 per la linea Elite e ora il salto apparentemente arbitrario alla Gen 5. Così, anche chi è appassionato di numeri e specifiche, fatica a identificare con certezza il reale posizionamento del processore su uno smartphone appena acquistato. Era già emerso nei nostri articoli precedenti quanto la mancanza di coerenza nel naming dei chip Snapdragon potesse creare disorientamento e, soprattutto, rendere meno trasparenti i salti generazionali realmente innovativi rispetto a quelli solo incrementali.

Snapdragon Summit 2025: l’appuntamento della verità

Tutti i dubbi e i punti interrogativi troveranno risposta tra il 23 e il 25 settembre 2025 al prossimo Snapdragon Summit, ormai divenuto il vero baricentro del calendario mobile mondiale. Qui Qualcomm dovrà finalmente mettere ordine nella sua offerta, sciogliendo il nodo del naming e convincendo pubblico e industrie che la potenza bruta può andare a braccetto con chiarezza e semplicità. Sarà anche l’occasione per vedere se la scelta di innovare sulle frequenze—con record di clock—porterà vantaggi concreti o resterà un fuoco di paglia mediatico.