Dopo avervi raccontato delle straordinarie prestazioni di REDMAGIC 9PRO, torniamo a parlare del brand dedicato al gaming, portando su queste pagine la nostra recensione completa delle cuffie REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS. Si tratta di un prodotto che difficilmente passerà inosservato, sia quando viene indossato sia quando è posato sulla scrivania (a patto di lasciare sempre alimentata la custodia di ricarica).
Dopo avere provate per più di un mese, utilizzandole collegate a un computer, a un paio di smartphone e persino a uno smartwatch durante alcune attività sportive, è venuto il momento di parlarvene nel dettaglio.
Pensate per il gaming
Basta guardare la confezione di vendita per capire immediatamente che ci troviamo di fronte a un paio di cuffie diverse dal solito, pensate per gli appassionati di gaming e dei sistemi di luce RGB che vanno ormai per la maggiore. Oltre alle cuffie, con relativa custodia e base di ricarica, nella confezione di vendita troviamo anche un paio di cavi per l’alimentazione (USB-C/USB-C e USB-A/USB-C) ma soprattutto un dongle, del cui funzionamento però vi parleremo più avanti.
Che siano cuffie dedicate principalmente al gaming lo si deduce anche dalla scheda tecnica, visto che alla voce “latenza” riporta un valore decisamente basso, appena 28 millisecondi, raggiungibile proprio utilizzando il dongle. La cura per i dettagli, inevitabile visto che parliamo di cuffie da 270 euro, si nota anche dalla presenza nella confezione di vendita di un sacchetto nel quale riporre la custodia con le cuffie, di quattro pellicole rigide per proteggere il coperchio della custodia e di un panno per la pulizia, indispensabile viste le tante trasparenze in gioco. Non mancano, ovviamente, alcuni gommini di ricambio per assicurarsi un comfort perfetto durante l’utilizzo.
Giochi di luce
Per gli amanti dei sistemi di illuminazione RGB, la custodia di queste Cyberbuds DAO è una vera pacchia. Se le cuffie sono tutto sommato poco appariscenti, con un singolo LED la cui colorazione può essere modificata attraverso la companion app, la basetta di ricarica è decisamente in tripudio di luci e colori. Un appunto alla companion app, Goper, efficiente ma con alcune traduzioni decisamente rivedibili e alcuni bug che andranno sicuramente risolti da parte di REDMAGIC.



In realtà la base di ricarica è pensata per restare sempre collegata all’alimentazione e rendere più colorata la scrivania. Si tratta di una base destinata ad alloggiare la custodia delle cuffie vera e propria, con la ricarica che avviene in modalità wireless (tanto che volendo è possibile ricaricare la custodia anche con un altro caricabatterie wireless. La base fissa integra anche una rotella che serve per la regolazione del volume, funzione di cui vi parleremo tra poco.
Se la base gioca sulle luci, la custodia e le cuffie si dilettano invece con le trasparenza, a partire dal coperchio che lascia in bella mostra le cuffie e il logo. Nella parte inferiore si vede chiaramente la bobina per la ricarica wireless insieme a parte dell’elettronica. Anche lo stelo delle cuffie è trasparente, realizzato con una plastica color grigio fumo che consente di ammirare la piccola scheda elettronica.
Il profilo della custodia invece è metallico, lucido con una trama esagonale molto particolare, per un effetto finale unico nel suo genere.
Qualità audio e connettività
Prima di parlare della qualità audio vale la pena di spendere qualche parola per la vestibilità delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS. Il fatto che si tratti di un prodotto pensato per il gioco, e quindi per parecchie ore consecutive, lascia intendere che il produttore abbia curato il comfort, anche contenendo il peso. Il perfetto mix tra il design dell’auricolare e quello dello stelo le rende molto comode da portare, sia seduti a una scrivania sia in attività più impegnative.
Le abbiamo provate in diverse sessioni di running, dove sudore e qualche goccia di pioggia potevano metterle in difficoltà, senza mai avere alcun problema di stabilità. A differenza di altri modelli, che a lungo andare risultano fastidiosi e obbligano l’utente a rimuoverle per alleviare il fastidio, le abbiamo tenute per interi pomeriggi senza alcun problema.
Detto questo parliamo dell’audio e della connettività, dove si concentrano gioie e dolori di queste cuffie. Sulla qualità c’è poco da discutere, nonostante le aspettative fossero palesemente alte in funzione del prezzo di vendita non proprio contenuto. I bassi sono corposi e sempre ben presenti, senza mai diventare prepotenti, lasciando ampio respiro anche alle altre frequenze.
La companion app permette di scegliere tra diversi preset per quanto riguarda l’equalizzazione, e le differenze si sentono, ma nel complesso è semplice trovare la regolazione perfetta per ogni genere musicale, dalla musica classica all’opera, dall’heavy metal alla musica house, passando per il pop e il blues.
REDMAGIC non ha risparmiato sulla qualità, aggiungendo il supporto all’audio spaziale, alla tecnologia DTS e ai code SBC, AAC, LE Audio, aptX e LDHC 5.0. Molto buona anche la qualità dei microfoni, con un sistema di soppressione del rumore molto efficace. L’audio in chiamata è molto chiaro anche in ambienti rumorosi, anche se il livello audio avrebbe potuto essere leggermente più alto. Perfetto invece il volume massimo delle cuffie, molto elevato e ideale per riuscire a distinguere ogni sfumatura, vista l’assenza di distorsioni anche al livello massimo.
Da segnalare anche il sistema ANC per la cancellazione attiva del rumore. Oltre al buon isolamento garantito dalle cuffie in-ear, è possibile escludere la quasi totalità dei rumori esterni, permettendo di rimanere concentrati sull’ascolto o sul proprio lavoro senza interferenza. Allo stesso modo è convincente anche il sistema di trasparenza, che abbiamo particolarmente apprezzato durante l’attività sportiva, visto che permette di ascoltare la propria musica restando comunque consapevoli dei rumori provenienti dall’ambiente circostante.
Veniamo alla nota dolente, legata al dongle e alla connettività cablata. Utilizzando il Bluetooth 5.3 non ci sono problemi di stabilità e la latenza si attesta, secondo quanto riporta il produttore, sui 39 millisecondi, un valore decisamente buono. Per i gamer più incalliti però è indispensabile avere un valore ancora più basso ed ecco che entra in scena il dongle, da collegare alla porta USB-C posta sul retro della base luminosa.
Per sfruttare il dongle, e ridurre di 11 millisecondi la latenza, è necessario collegare la base alla sorgente audio (PC, console, smartphone o tablet) e premere una volta la rotella per la regolazione del volume, così da stabilire la connessione diretta. In questo modo la rotella permette di regolare il volume della sorgente e la latenza scende. Abbiamo provato le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS soprattutto su un Mac Mini, che per inciso non viene indicato tra i modelli compatibili, e ci sono stati diversi problemi sia con la regolazione del volume sia con la connessione Bluetooth, che può essere comunque attivata.
Utilizzando un notebook con Windows e un tablet Android, i problemi si riducono sensibilmente, anche se resta comunque un grosso grattacapo. Provando a utilizzare la companion app, per cambiare ad esempio l’equalizzazione o l’illuminazione, la qualità audio peggiora sensibilmente, abbiamo notato discrepanze tra il volume dei due auricolari (quello destro decisamente più basso) con la necessità di scollegare e ricollegare le cuffie per ripristinarne il corretto funzionamento. Usando la connessione cablata inoltre viene disattivata la pausa automatica che si attiva togliendo uno dei due auricolari, anche in questo caso è un problema che a nostro avviso si può risolvere con un aggiornamento del firmware.
Autonomia
L’autonomia dichiarata da REDMAGIC è di 7,5 ore con una singola carica ma nei nostri lunghi test non siamo mai riusciti a raggiungere tale valore. In queste settimane abbiamo “giocato” con le impostazioni, con il volume di ascolto e con la modalità di connessione. Il risultato è un’autonomia compresa tra le tre e le sei ore, a patto di tenere il volume all’80%. Va comunque detto che tenerlo a un livello superiore per troppo tempo è difficile, visto che il volume massimo è davvero molto elevato.
Uno degli elementi che incidono maggiormente sui consumi è ovviamente la modalità ANC, mentre l’impatto dei piccoli LED integrati negli steli non è particolarmente alto. La connessione Bluetooth, ma era abbastanza logico, comporta dei consumi maggiori rispetto a quella cablata, ma anche in questo caso la differenza non è abissale, considerando che comunque le cuffie sono collegate tramite Bluetooth al dongle e tra di loro.
Ottima invece la velocità di ricarica, bastano circa 40 minuti per una carica completa, ma anche una carica di una decina di minuti è sufficiente per un’oretta di utilizzo (a patto ovviamente di lasciare spento l’ANC e di tenere il volume attorno al 50%).
In conclusione
Cosa dire dunque di queste REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS? Spettacolari dal punto di vista estetico, ottime per il comfort, impeccabili per quanto riguarda la qualità audio. La companion app e la connettività cablata sono invece da rivedere, e per 269 euro (prezzo di listino) ci saremmo aspettati un prodotto praticamente perfetto.
Se siete appassionati di gaming, ma anche se volete delle cuffie che con il Bluetooth siano impeccabili, allora fanno al caso vostro (al netto di una autonomia non sempre impeccabile). Al momento potete acquistare le cuffie REDMAGIC solo sullo store ufficiale utilizzando il link sottostante.
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