Unihertz è una compagnia che punta esclusivamente agli smartphone super compatti. Lo aveva fatto nel 2018 con il primo Jelly e ci riprova con Jelly 2, una riedizione con alcune novità che gli permettono di sembrare più attuale e più utilizzabile ma che, al tempo stesso, resta estremamente limitato. Vediamo perché all’interno di questa recensione.

Recensione Jelly 2

Quanto compatto deve essere uno smartphone?

Prima di entrare nel dettaglio è bene chiarire quanto sia compatto perché è qui che sta la sua peculiarità: è grande quasi quanto una carta di credito, poco più di un caricabatterie, e decisamente più piccolo di un Samsung Galaxy S21 Ultra. Per gli amanti dei numeri parliamo di 95 x 49 x 16,5 mm (peso di 110 grammi) ed è a tutti gli effetti lo smartphone Android più compatto al mondo. L’azienda ha cercato di ridurre al minimo le dimensioni di larghezza e lunghezza a discapito dello spessore che però gli permette di essere comunque maneggevole. Ha un display da esattamente 3 pollici con risoluzione 480 x 854 pixel e in tutta onestà possiamo scartare abbondantemente il discorso multimedialità. Se volete vederci un film o un video potete farlo comunque, Netflix e YouTube per citarne due funzionano tranquillamente ma lo sforzo nell’acuire la vista è d’obbligo.

Rispetto al precedente modello lo schermo è cresciuto di ben 0,9 pollici e inoltre gli è stato aggiunto il sensore di prossimità, decisamente gradito visto che mancava effettivamente la possibilità di far spegnere lo schermo nel momento in cui si stava effettuando una chiamata.

Costruzione e design

Esteticamente è ben costruito, molto solido e robusto, almeno al tatto. Sul fianco destro ci sono due pulsanti: uno di accensione del display ed uno con una funzione programmabile, la porta USB Type-C e lo slot per le SIM; sul lato sinistro il bilanciere del volume, inferiormente lo speaker ed il microfono mentre superiormente la porta audio da 3.5 mm e il trasmettitore infrarossi. Frontalmente invece tasto Indietro, Home e App Recenti.

Ergonomicamente parlando sta benissimo in una mano, è comodo maneggiarlo e usare questo display per navigare in rete o tra le notizie, è evidente però una questione: display così piccoli non sono purtroppo più attuali all’evoluzione del web di oggi. Leggere contenuti su siti che si adattano allo schermo funziona quando abbiamo almeno 5 pollici di display, 3 pollici e con questa risoluzione molto spesso lo spazio dedicato ai testi, ai link, alle scritte è troppo limitato e si rischia di non poter fruire agilmente i contenuti. Prendiamo ad esempio Facebook, è un continuo swipe up e a volte per vedere un post completo bisogna fare più scroll. Oppure su Instagram, nelle stories, spesso i testi potrebbero risultare quasi illeggibili. Per non parlare della digitazione del testo dove o avete delle mani piccole piccole oppure dovrete affidarvi al trascrittore vocale della tastiera di Google.

Hardware: fa ciò che può

La cosa più curiosa comunque è che nel complesso funziona bene pur avendo un hardware datato: il processore è un Helio P60 di circa 3 anni fa, la memoria RAM è da 6 GB bene, mentre quella interna è da 128 GB ma di tipo UFS 2.1; sul posteriore c’è un sensore di impronte che però funziona 3 volte no e 1 sì mentre il bluetooth è solo 4.2. Bene invece la presenza di NFC per i pagamenti digitali, c’è la Radio FM che sugli smartphone italiani dovrebbe essere disattivata ma dubito verrà mai fatto, fra poco vi spiego perché, e un paio di fotocamere: una principale da 16 mpx e una frontale da 8 megapixel i cui scatti li state vedendo e non penso abbiano bisogno di ulteriore commento ma secondo me è legittimo che sia così, non è sicuramente un prodotto destinato ad amanti della fotografia e per quell’ambito c’è già una vastissima scelta.

Software, funziona bene ma …

Come dicevamo funziona bene ma sul software c’è da lavorare, non tanto lato funzionalità e fluidità, quanto ad aggiornamenti. Android 10 e patch di sicurezza di giugno 2020 mi fanno davvero pensare male riguardo al futuro supporto di questo prodotto. Voci di corridoio parlano di un prossimo arrivo di Android 11 ma, difficile crederci o dargli credito vista la situazione attuale, nel caso si muovesse qualcosa sicuramente ne parleremo sul sito. Per il resto è Android stock per cui l’unica personalizzazione è su qualche app di strumenti pre-installata e la gestione del pulsante multi-funzione le cui voci comunque non sono tradotte.

Connettività

Poi c’è il comparto telefonico: non è uno smartphone 5G ma supporta 4G nonché due SIM contemporaneamente, la ricezione è di buon livello e sull’aspetto telefonico niente da dire, buono, così come sul GPS. Peccato solo che non faccia carrier aggregation e quindi non riesca a collegarsi al 4G+. La batteria invece è da 2000 mAh ma visto l’hardware mi aspettavo un risultato soddisfacente e così è offrendo circa 5 ore di schermo acceso. Anche qui c’è una piccola differenza col precedente Jelly ovvero che la batteria non è più di tipo rimovibile.

Prezzo e utilità

Per portarsi a casa questo piccolo “mattoncino” vengono richiesti 199$, circa 168€ al cambio attuale e a questa cifra ci si può portare a casa un Poco X3 NFC, un Galaxy A41 o un Realme 7 che ovviamente fanno tutto molto meglio ma sono ovviamente più grandi. Quindi ve lo consiglio oppure no?

Abbiamo apprezzato alcune novità rispetto al primo Jelly come l’upgrade da 2,1 a 3 pollici del display ma, a nostro avviso, per un utilizzo davvero Smart è ormai imprescindibile uno schermo da almeno 5,1 pollici in HD, altrimenti vengono precluse troppe funzionalità che oggi il web ci offre. Non è dunque considerabile un vero e proprio smartphone come lo si intende nel 2021, è più un feature phone con funzioni smart. Lo fa intuire anche il supporto software che sembra decisamente scarso.

Questa però è anche una visione abbastanza semplicistica del prodotto perché per alcuni aspetti può risultare perfetto. Come ad esempio chi vuole utilizzarlo durante le corse e gli allenamenti come player musicale, al quale collegarci delle cuffie, e per tracciare il percorso col GPS, oppure essenzialmente come telefono di scorta o perché no, come principale per un bel digital detox senza dover per forza scollegarsi dalla rete ma semplicemente limitando alla sorgente le possibili distrazioni virtuali. Insomma, qualche utilizzo ce lo vedo ma indubbiamente di nicchia.

È disponibile all’acquisto sul sito ufficiale.