La fotografia nel mondo degli smartphone ha ricevuto negli ultimi anni degli sprint innovativi fino ad oggi mai visti sul settore delle fotocamere. I produttori hanno dovuto affrontare diverse sfide per cercare di alzare l’asticella della qualità essendo vincolati da delle misure fisiche degli smartphone decisamente limitanti.

Oggi non è difficile, anche sulla fascia più bassa, trovare smartphone con più di due sensori fotografici e sovente ci viene posta la domanda sul perché ci siano così tante ottiche e soprattutto quale sia la loro utilità.

I brand si stanno letteralmente sfidando a un comparto fotografico sempre più ottimizzato e sempre più ricco per andare a compensare tutte quelle situazioni di scatto: una macro ha bisogno di una lunghezza focale corta, un ritratto di un buon effetto bookeh credibile, uno zoom di una lunghezza focale lunga e proprio su quest’ultimo fronte in base al livello di zoom che vogliamo, servono lunghezze focali differenti.

Per lunghezza focale si intende la distanza del sensore ottico rispetto alla lente sovrastante, maggiore è questa lunghezza, più abbiamo un ingrandimento. Il focus di questo approfondimento tuttavia è orientato sulle ottiche teleobiettivo, spesso anche chiamate erroneamente zoom, vediamo perché.

Differenza tra zoom e teleobiettivo

C’è un’importante differenza tra zoom e teleobiettivo, anche se questi termini vengono spesso scambiati come fossero sinonimi.

Un “sensore zoom” è un sensore la cui lunghezza focale può cambiare, ovvero può avere campo visivo più stretto o più ampio, facendo apparire gli oggetti sempre più piccoli o sempre più grandi.

Il termine “teleobiettivo” ha invece un significato tecnico particolare in termini di design dell’obiettivo, ma nell’uso comune si riferisce a un obiettivo con una lunghezza focale lunga. Per dirla in parole meno tecniche è un sensore che ha già un ingrandimento specifico (alto), fisso.

La lunghezza focale viene normalmente misurata in millimetri (mm). Un obiettivo zoom avrà due misure, ad esempio “18-200 mm” (da grandangolo a teleobiettivo) ovvero ingrandisce da una focale corta di 18 mm a una focale lunga di 200 mm. Un obiettivo senza zoom, chiamato anche obiettivo “primo”, ha invece una sola lunghezza focale, ad esempio “135 mm” (e in questo caso parliamo di un teleobiettivo moderato).

Vantaggi e svantaggi del Super Zoom

Ci sono diverse situazioni in cui può servire un teleobiettivo e tendenzialmente in tutte quelle situazioni dove siamo vincolati fisicamente a rimanere a distanza, ad esempio:

  • durante alcuni eventi sportivi, mi viene da pensare una partita di calcio, una gara di formula 1 o di moto;
  • durante un concerto quando si è distanti dal palco;
  • o ancora durante una passeggiata all’aperto, ad esempio per fotografare la cima di una montagna, un animale selvatico a distanza o situazioni similari;

insomma in tutte quelle situazioni sicuramente occasionali ma che comunque possono capitare.

I fotografi professionisti poi usano un sensore di questo tipo anche quando vogliono fare scatti un po’ artistici perché un teleobiettivo va ad appiattire la foto, vi ricorderete la recente polemica degli assembramenti e delle foto fatte ipoteticamente ad hoc per far sembrare i navigli di Milano stracolmi di persone.

Questo effetto sugli smartphone è ovviamente meno accentuato per altre caratteristiche fotografiche ma comunque presente.

Zoom così spinti sono ormai tipici degli smartphone top di gamma Huawei che usano dei meccanismi a periscopio (ovvero con un sistema di prismi) per allontanare la lente dal sensore e avere così ingrandimenti 5x o 10x. Huawei Mate 40 Pro e Huawei P40 Pro+ sono degli esempi.

Il contro maggiore è che un’ottica così spinta ha lo svantaggio di:

  1. avere un’apertura focale ristretta e quindi soffrire molto in contesti poco illuminati;
  2. non avere una lente apposita per fotografare a livello di zoom intermedi tra il sensore principale e quello teleobiettivo.

Vantaggi e svantaggi Zoom semplice

I vantaggi di avere un ingrandimento 2x o 3x invece sono pochi, soprattutto quando lato software si riesce a simulare ciò come fa egregiamente Google Pixel 5, per citarne uno. In ogni caso sempre meglio averlo che non, soprattutto perché, e qui il primo vantaggio, è possibile usarlo per realizzare dei ritratti molto più incisivi perché armonizza i lineamenti. Questo è dovuto alla compressione dei piani che mitiga anche i lineamenti più marcati e favorisce uno scatto piacevole e armonico.

Il secondo vantaggio è ovviamente poter inquadrare soggetti non così vicini e/o escludere elementi dalla foto semplicemente perché appunto ci si focalizza sul soggetto un poco più distante.

Il principale svantaggio ovviamente è quello di non poter fotografare soggetti particolarmente lontani per cui interviene lo zoom digitale solitamente sgranando o rovinando la foto. Come ad esempio su iPhone 12 Pro Max, che non si spinge oltre il 12x di ingrandimento proprio per evitare di rovinare la foto.

Nell’esempio seguente una foto scattata con uno smartphone senza Super Zoom e una sì.

Qual è la soluzione migliore?

È meglio avere un sensore zoom in stile iPhone o Galaxy S20 con un ingrandimento 2x o 3x, oppure un 5x o 10x? Al solito non c’è un migliore in assoluto, dipende dal tipo di fotografia che fate più spesso. La soluzione migliore in assoluto è qualcosa di ibrido come ad esempio Huawei P40 Pro+ e Huawei Mate 40 Pro o comunque smartphone con numerosi sensori fotografici e che utilizzano un sensore ottico differente in base all’ingrandimento richiesto.

Per intenderci se abbiamo bisogno di un basso ingrandimento utilizziamo il sensore 2 o 3x ottico, se abbiamo bisogno di un alto ingrandimento usiamo il sensore 5x o 10x.

 

Ecco dunque perché si va verso una direzione di sempre più sensori fotografici sugli smartphone per soddisfare le varie esigenze di scatto, risolta sulle fotocamere professionali da obiettivi a lunghezza variabile.