Samsung Gear S2, commercializzato da poche settimane anche in italia, rappresenta un passo avanti deciso per quanto riguarda l’interfaccia e soprattutto il design, grazie anche alla corona che permette di velocizzare molte delle operazioni. Quello che però non è cambiato è il cuore dello smartwatch, che rimane un SoC normalmente utilizzato sugli smartphone e quindi per niente ottimizzato per un dispositivo indossabile.

A risentirne è soprattutto l’autonomia, visto che raramente troviamo smartwatch in grado di reggere due giornate lavorative senza dover essere ricaricati. La prossima generazione di smartwatch samsung, che per ora chiameremo Samsung Gear S3, dovrebbe però ricevere un processore disegnato appositamente per i dispositivi indossabili, almeno secondo quanto riportato da alcuni media coreani.

Il nuovo processore dovrebbe utilizzare un singolo core e funzionare ad una frequenza inferiore ad 1 GHZ, a tutto vantaggio dell’autonomia. Effettivamente l’utilizzo di chipset con un numero elevato di core che lavorano a frequenze elevate comporta consumi elevati senza apportare effettivi benefici, viste le ridotte dimensioni dei display e, di conseguenza, dei pixel da gestire.

Vedremo quindi se dal prossimo anno gli smartwatch inizieranno ad essere più appetibili grazie ad una autonomia dignitosa, almeno tre giorni, senza che le prestazioni debbano risentirne in maniera evidente.

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