Uno dei co-fondatori di WhatsApp, Brian Acton, torna a parlare della sua creazione, e in particolare del rapporto con Facebook, il colosso che ha acquistato l’app di messaggistica nel 2014 per oltre 20 miliardi di dollari.
Acton, dopo aver lasciato WhatsApp nel 2017, aveva preso una dura posizione contro Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica, lanciando lo scorso marzo l’hashtag #deletefacebook; il fondatore di WhatsApp ha ben pensato di rincarare la dose, con una frase detta a Forbes che non farà piacere agli utenti del servizio:
“I sold my users’ privacy to a larger benefit. I made a choice and a compromise. And I live with that every day.”
“Ho venduto la privacy dei miei utenti per un vantaggio maggiore. Ho fatto una scelta e un compromesso. E convivo con questo ogni giorno.”
Insomma, Acton continua a non essere d’accordo con le strategie di marketing della creazione di Mark Zuckerberg e in tema di salvaguardia della privacy. Ricordiamo che anche l’altro co-fondatore di WhatsApp, Jan Koum, ha lasciato l’azienda nel 2017, e che solo pochi giorni fa anche i fondatori di Instagram (altro servizio acquisito da Facebook), Kevin Systrom e Mike Krieger, hanno abbandonato l’azienda, a quanto sembra anche in questo caso in conseguenza a scontri sulla gestione del servizio da parte della nuova proprietà.
La risposta di Facebook non si è fatta attendere, in particolare da parte di David Marcus, che ha definito questa ultima uscita di Acton come “di poca classe” e un “attacco alle persone e alla compagnia che ti hanno reso miliardario“.
In questo quadro, con Facebook dipinto come il diavolo, sembra che il pentimento dopo aver firmato accordi miliardari sia all’ordine del giorno. Purtroppo, però, qualcuno ne esce con il portafoglio pieno, qualcun altro – gli utenti – con meno certezze sulla propria privacy.