Ieri e oggi si sono tenute in Senato delle audizioni con i principali operatori del mercato italiano, ossia TIM, Vodafone, Wind Tre, Iliad e Fastweb, per discutere di un nuovo disegno di legge che mira a una maggiore trasparenza delle tariffe e a combattere le rimodulazioni.

Il disegno di legge 1105 vuole modificare il decreto del 31 gennaio 2017 per rendere più agevole la comprensione delle offerte dei vari operatori da parte di tutti gli utenti. La prima modifica punta chiaramente a limitare la quantità di rimodulazioni da parte degli operatori, negli ultimi tempi piuttosto frequenti. Il testo recita:

“Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche non possono modificare le condizioni giuridiche ed economiche dell’offerta prima che siano trascorsi sei mesi dalla stipula del contratto, in ogni caso senza aggravio di costi o peggioramento delle condizioni economiche applicate nei confronti del consumatore.”

Con il nuovo disegno di legge sarebbe dunque vietato agli operatori effettuare rimodulazioni nei primi sei mesi dalla sottoscrizione del contratto. Questo per evitare situazioni decisamente spiacevoli, nelle quali dei nuovi clienti si sono a volte ritrovati a dover subire modifiche contrattuali dopo solo qualche giorno. La seconda modifica è la seguente:

la medesima Autorità [AGCOM] garantisce altresì che gli operatori dei servizi di telefonia mobile assicurino la piena trasparenza delle offerte e dei messaggi pubblicitari di cui al comma 2, garantendo una comunicazione semplice ed essenziale che faciliti al consumatore la comprensione della tariffa e del prezzo complessivo, relativo ai servizi acquistati mediante sottoscrizione del contratto di attivazione.”

Il terzo punto andrebbe a sostituire il secondo comma, in modo da favorire ulteriormente trasparenza e chiarezza:

L’offerta commerciale dei prezzi dei differenti operatori della telefonia deve evidenziare tutte le voci che compongono l’offerta, al fine di consentire ai singoli consumatori un adeguato confronto. A tal fine sono vietati le offerte e i messaggi pubblicitari e informativi di tariffe e servizi proposti dagli operatori che contengono l’indicazione del prezzo finale privo, in tutto o in parte, degli oneri complessivi derivanti dall’attivazione o dall’utilizzo dei servizi di traffico voce, dati, messaggistica istantanea e dei servizi ancillari di cui al comma 2.1.

In sostanza il legislatore vuole limitare la quantità di rimodulazioni e al contempo rendere comparabili le offerte, permettendo agli utenti di verificare senza difficoltà prezzi e servizi. Gli operatori si sono dimostrati aperti al dialogo, ma secondo Vodafone è importante distinguere la trasparenza dal principio di libera determinazione delle condizioni economiche:

La trasparenza è dovuta, ma va distinta dalla libertà che gli operatori dovrebbero mantenere in termini di fissazione delle condizioni economiche e di definizione della struttura della propria proposta commerciale.

Anche Wind Tre ha qualcosa da dire, citando il problema della sostenibilità e della progressiva riduzione di ricavi e margini, soprattutto per quanto riguarda il settore mobile. Secondo l’operatore è fondamentale far convivere innovazione, investimenti e lavoro.

Il disegno di legge è attualmente in fase di discussione, per cui siamo certi che la questione non finirà qui. Avete dovuto affrontare delle rimodulazioni di recente? Fateci sapere la vostra nel solito box qui in basso.

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