La nuova ed importante normativa dell’UE contro il geo-blocking non troverà applicazione nei confronti di giochi online, ebook ed una serie di altri contenuti rilevanti coperti dal diritto d’autore.

Per chi non lo sapesse, per geo-blocking si intendono le restrizioni di diverso tipo che i siti di e-commerce applicano in base alla nazionalità, al luogo di residenza o di connessione dell’utente.

Fare acquisti online è diventata una pratica sempre più comune tra i cittadini dell’Unione Europea, tanto che un recente studio ha evidenziato come nel 2017 il 57% degli europei ha effettuato almeno un acquisto in rete. Inoltre, circa un terzo dei consumatori ha fatto acquisti in negozi in un altro paese UE. Da questo punto di vista però esistono ancora delle importanti barriere da superare. La Commissione europea ha rilevato che addirittura il 63% dei siti web non consente agli acquirenti di acquistare da un altro Paese UE. Da qui l’importanza di intervenire su una tematica di così viva attualità. La nuova normativa è stata approvata con 557 voti favorevoli, 89 contrari e 33 astensioni.

Le votazioni erano da poco terminate che già stavano iniziando le congratulazioni e le esaltazioni del passo appena compiuto con titoli come “Shopping online libero: addio a blocchi geografici e reindirizzi automatici“. La relatrice Róża Thun (PPE, PL) invece dichiarava: “Questa nuova legge dell’UE sul geo-blocking rappresenta un passo importante verso un mercato unico digitale ancora più competitivo e integrato, sia per i consumatori sia per i commercianti. Rappresenta inoltre un’altra pietra miliare nella lotta contro la discriminazione dei consumatori in base alla nazionalità o al luogo di residenza, cosa che non dovrebbe mai accadere nella nostra Europa unita. Abbiamo dimostrato che l’Unione europea può produrre risultati concreti per i cittadini di tutta Europa, apportando cambiamenti positivi alla loro vita quotidiana.”

Presentato come parte della realizzazione del Mercato Unico Digitale, il regolamento in esame era stato in un primo momento inserito nel pacchetto e-commerce, insieme alla normativa sui servizi di consegna pacchi transfrontalieri, da votare a marzo 2018. L’entrata in vigore delle nuove regole avverrà nove mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Ue “per dare tempo ai piccoli commercianti di adattarsi”, spiega la nota di Bruxelles, vale a dire in tempo per gli acquisti di Natale 2018.

Le nuove norme, approvate in via definitiva, vieteranno il “geo-blocking” degli acquirenti che navigano su siti web di un altro Paese dell’UE e quindi consentiranno a tutti i cittadini UE di scegliere in quali siti acquistare beni o servizi, senza essere bloccati o reindirizzati automaticamente verso un altro sito web a causa della loro nazionalità, del luogo di residenza o dell’ubicazione temporanea. Gli operatori commerciali dovranno trattare gli acquirenti online provenienti da un altro Paese dell’UE allo stesso modo dei clienti locali, consentendo l’accesso agli stessi prezzi o alle stesse condizioni di vendita.

Va chiarito che il nuovo regolamento cancella il blocco, ma chiaramente non prevede un obbligo in capo ai commercianti. “While traders remain free to accept whatever payment means they want, they may not discriminate within a specific payment brand based on nationality“, ha spiegato la Commissione. Inoltre, come detto, le nuove regole porranno fine anche all’odiosa pratica di re-indirizzare automaticamente gli utenti ad un sito web nazionale.

L’obiettivo iniziale era quello di eliminare del tutto il geo-blocking, ma almeno per il momento è rimasto sulla carta. Infatti, i contenuti digitali protetti da copyright, come i menzionati ebook, la musica (dunque i servizi di streaming) ed i giochi online non saranno coperti per il momento dalle nuove norme. Sono esclusi anche i servizi audiovisivi (film, online TV, streaming di eventi sportivi) e di trasporto. Insomma il genere di contenuti che probabilmente esercita l’attrattiva maggiore nei confronti degli utenti della rete.

Secondo il giudizio di molti, dunque, si sarebbe trattato in effetti di una vittoria a metà. Bisogna comunque ricordare che gli eurodeputati hanno inserito nella normativa anche una “clausola di revisione“, la quale impone alla Commissione europea di valutare entro due anni se il divieto di geo-blocking debba essere esteso anche ai contenuti al momento esclusi dal campo d’applicazione della stessa.

L’associazione per i diritti dei consumatori BEUC, sebbene abbia accolto favorevolmente la nuova normativa come un passo nella giusta direzione, ha comunque definito deplorevole che il campo d’applicazione della stessa non si estenda ai prodotti coperti da copyright ed ai contenuti audio-visivi. Monique Goyens, Director General della BEUC ne ha auspicato l’inclusione in forza della suddetta clausola di revisione. Un’opinione, questa, condivisa anche dal vice-presidente Ansip e da alcuni membri della Commissione.

Di parere critico è invece la European Association of Craft, Small and Medium-sized Enterprises (UEAPME), secondo cui le nuove regole “scoraggeranno il commercio online delle PMI”.

Il testo, approvato dal Parlamento europeo il 6 febbraio, deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio, per essere poi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE.