Sergey Chemezov, presidente di Rostec Corporation, ha recentemente rilasciato una dichiarazione abbastanza sconvolgente.

La Rostec, per chi non lo sapesse, è la società che si occupa di produrre lo smartphone YotaPhone e le parole di Chemezov, manco a dirlo, hanno a che vedere proprio con questo device.

La FSB deve avere accesso [al terminale]. Se così non fosse non avremmo il permesso di venderlo poiché potrebbe essere utilizzato da terroristi e criminali.

Con l’acronimo FSB si indicano i servizi segreti russi, meglio conosciuti in passato con il nome KGB. Sergey Chemezov, come abbiamo appena visto, non ha avuto alcuna remora nell’ammettere la presenza di una backdoor utilizzabile per accedere al dispositivo da remoto.

Il dirigente non ha diffuso alcun dato tecnico ma ha comunque voluto rassicurare il pubblico dicendo che i servizi segreti potranno sfruttare l’accesso ai dati solo in seguito ad una esplicita autorizzazione da parte di un giudice.

Il tema della privacy è divenuto sempre più caldo nel corso degli ultimi anni e Google ed Apple hanno tentato di  conferire maggiore sicurezza ai rispettivi sistemi operativi tramite il ricorso alla crittografia.

In un’epoca in cui in molti tentano di proteggersi dal “Grande Fratello” governativo (che sia russo, statunitense o di qualsiasi altra nazionalità) il fatto che un OS venga fornito con una backdoor di default appare quantomai anacronistico e pericoloso.

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