Tassa di scopo”. Questo è il nome assegnato alla fetta di fatturato che i colossi del web dovranno versare all’erario italiano e che andranno a finanziare il cinema e le fiction italiane. Il governo Renzi, attraverso il ministro dei beni e delle attività culturali, ha presentato alle televisioni e alle associazioni di produttori cinematografici un documento contenente le nuove disposizioni in materia.

Attualmente le industrie del cinema e della fiction ricevono circa 250 milioni di euro tra esenzioni fiscali, aiuti regionali e statali, da investire nella produzione di nuove opere destinate alle grandi sale e al piccolo schermo. La Germania, che ha sta aspettando il via libera della Commissione Europea per applicare la nuova tassa, prevede di incassare circa 13 milioni di euro con questa manovra. Per colossi del calibro di Google, Netflix e Amazon si tratta di cifre irrisorie se paragonate al volume di affari che generano in Europa grazie anche ad un regime fiscale favorevole.

La manovra prevede anche una revisione dei finanziamenti sborsati dal governo alle industrie dell’intrattenimento, colpevoli di produzioni troppo nazionalistiche, poco adatte ad essere esportate in altri paesi. Anche le televisioni saranno sottoposte a controlli più severi, con diritti di esclusiva limitati nel tempo e obbligo di trasmettere le fiction acquistate su tutte le piattaforme, dall’etere al web.

Il settore del cinema e delle fiction dovranno quindi cambiare il loro modo di lavorare, pensando a produzioni a più ampio respiro che possano essere apprezzate anche in altri paesi, portando una ventata di novità in un settore che da troppi anni vive di serie infinite, cine panettoni e film di scarso spessore.

Via