Sviluppare per Android è tutto fuorché semplice e spesso potrebbe essere un’attività migliore se Google non ci mettesse del suo per complicare le cose. Simone Degano è uno sviluppatore di 19 anni che è riuscito a ritagliarsi un suo spazio nell’affollato mondo delle applicazioni Android proponendo temi e icone che hanno riscosso un discreto ma successo, il suo account sviluppatore è stato bloccato da Google senza una ragione valida e senza possibilità di parlare con qualcuno con cui chiarire la situazione. Questo è un esempio clamoroso di pessima gestione dei rapporti con gli sviluppatori da parte di Google, nonché la storia di un giovane sviluppatore italiano fermato dalla stupidità dei sistemi automatizzati e di Google.

Abbiamo più volte avuto occasione di parlare delle applicazioni di Degano: tra le altre val la pena ricordare del pacchetto di icone Tenuix, che faceva dei colori tenui e pastello un punto di forza. Peccato che da qualche tempo non sia più possibile scaricare tale pacchetto dal Play Store, perché l’account sviluppatore di Degano è stato sospeso (ovvero bloccato a tempo indefinito) da Google con una semplice email in cui veniva esposta la (non-)motivazione:

“Il tuo account sviluppatore di Google Play è stato terminato a causa di multiple violazioni dei termini da parte di questo account o di account associati. Per ulteriori informazioni sulla rimozione di applicazioni che ha portato a questa terminazione fai riferimento alle sezioni “RAGIONI DELLA RIMOZIONE” delle email di notifica inviate agli indirizzi registrati dei tuoi account sviluppatore.”

Problema di non secondaria importanza è che Degano non avrebbe ricevuto alcuna email precedentemente a questa e, alla richiesta di chiarimenti ulteriori a Google, si è visto recapitare soltanto una email automatica in cui veniva detto di fare comunque riferimento alle email precedenti per capire la motivazione – con un meccanismo tautologico che, ovviamente, salta quando non sono state ricevute email.

Come ci ha spiegato Degano, i suoi tentativi di parlare con qualcuno in Google sono valsi a ben poco, perché sembra che non ci sia modo di parlare con un operatore umano e, quindi, di capire effettivamente le ragioni della chiusura dell’account sviluppatore e cercare eventualmente di sistemare i problemi o di far tornare Google sui suoi passi.

La chiusura dell’account comporta inoltre l’impossibilità di aprirne altri, tagliando completamente fuori lo sviluppatore dal mondo Google, e impedisce anche che i parenti più prossimi possano aprire un proprio account sviluppatore perché riconducibile in qualche modo alla persona “indesiderata”.

Appare assurdo che cose di una delicatezza estrema come questa vengano gestite esclusivamente da macchine la cui stupidità è comprovata (le macchine sono uno strumento e sono stupide per definizione!), senza che sia possibile far intervenire una persona con cui parlare e che possa spiegare le ragioni dietro un procedimento di una certa importanza come la chiusura di un account sviluppatore.

Il problema ulteriore è che non c’è una vera alternativa al Play Store: è vero, esistono negozi di applicazioni alternativi come Aptoide e Amazon App-Shop, ma la visibilità che offrono è minima e il bacino d’utenza è molto più ristretto rispetto a quanto offerto dalla piattaforma Google.

Le soluzioni al problema esistono e non sono eccessivamente onerose per nessuna delle parti: una prima soluzione al problema è sicuramente l’aggiunta della possibilità di parlare con un operatore umano; una seconda è l’introduzione di regole più flessibili che permettano agli sviluppatori di correggere i problemi senza trovarsi gli account chiusi senza possibilità di intervenire. In questo modo sarebbe sicuramente ridotto notevolmente il numero di account sviluppatore chiusi gestiti da persone di buona volontà.

È un peccato vedere che sviluppatori giovani e pieni di idee come Degano vengano fermati dalla stupidità delle policy di una grande azienda come Google e dalle sue pratiche opinabili. Il pensiero va immediatamente a Steve Ballmer che saltava sul palco di una conferenza Microsoft tipo pallina da ping-pong urlando “DEVELOPERS! DEVELOPERS!”: gli sviluppatori sono ciò che porta il successo alle piattaforme software, perché penalizzarli in questo modo? Ai posteri l’ardua sentenza.