Alzi la mano chi non è infastidito dalla trasversale abitudine dei big di internet a mettere in saccoccia i guadagni maturati in un paese e spostarli nei cosiddetti paradisi fiscali. Negli ultimi tempi qualcosa è stata fatta per arginare il fenomeno, ma una stretta decisa potrebbe arrivare dall’UE.

Recentemente sono nate delle proposte da discutere in Commissione europea. La prima darebbe potere ai paesi membri di tassare i profitti generati all’interno dei loro confini, a prescindere dalla presenza di uffici in quello stesso paese.

Così una società diverrebbe tassabile se avesse più di 100.000 utenti, 3.000 “contratti commerciali per servizi digitali” o ancora superasse i 7 milioni di euro l’anno di guadagno. “Le nostre norme pre-internet non permettono agli stati membri di tassare le digital company che operano in Europa quando hanno una ridotta o nessuna presenza all’interno dei confini”, ha detto il commissario europeo Pierre Moscovici.

Al vaglio c’è anche un’altra misura che coinvolgerebbe quelle aziende che generano profitti grazie agli spazi pubblicitari online (hai sentito, Google?) o svolgono “attività di intermediazione digitale” (come eBay o Airbnb). Il provvedimento riguarderebbe le realtà in cui entrano almeno 750 milioni di euro in tutto il mondo e 50 milioni di euro nella sola Europa. Secondo i primi calcoli una tassazione al 3% frutterebbe ai paesi membri ben 5 miliardi di euro.

Ritenete condivisibili le proposte al vaglio della Commissione? Dite la vostra nei commenti.

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