Dopo che il sindaco di Scanzano Jonico ha detto no alle installazioni di nuovi impianti relativi alle reti 5G, anche il Codacons prende una chiara posizione, invitando i sindaci italiani a seguire l’esempio del collega lucano.

Secondo una delle più importanti associazioni italiane che si occupano dei diritti dei consumatori, l’installazione di nuovi apparati per l’utilizzo delle reti di quinta generazione deve rimanere in stand-by, almeno fino a quando AIRC, l’associazione per la ricerca sul cancro, non si sarà espressa in merito ai possibili rischi per la salute.

Carlo Rienzi, presidente dal Codacons, ha preparato una lettera che sarà inviata domani agli oltre 8.000 sindaci italiani, chiedendo il divieto alla sperimentazione del 5G:

Allo stato attuale le evidenze scientifiche non sono in grado di assicurare con assoluta certezza l’assenza di rischi suo fronte sanitario per i cittadini. In tali situazioni si applica quindi il principio di precauzione che pone come interesse primario la tutela della popolazione, anche perché i sindaci sarebbero i primi soggetti chiamati a rispondere di eventuali danni prodotti da strutture tecnologiche autorizzate dalle amministrazioni.

Dal canto suo Asstel, l’associazione che riunisce gli operatori telefonici italiani, ricorda che i servizi 5G sono stati autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel rispetto delle norme volte a tutelare la salute pubblica. Secondo le ricerche, effettuate da un ente indipendente e riconosciuto sia dall’unione Europea che dalla OMS, non ci sono effetti dannosi per le radio frequenze fino a 300 GHz, entro i limiti stabiliti a livello mondiale ed europeo.