Non è certo sorprendente sentirsi dire che Amazon starebbe facendo la furba con i venditori di terze parti ammessi nel suo negozio online: in particolare, secondo il Commissario europeo per la concorrenza che ha appena aperto un’indagine, l’azienda americana starebbe sfruttando la sua enorme molte di dati derivati dalle vendite “per scegliere che rivenditore linkare” agli acquirenti.

Margrethe Vestager ha affermato che l’e-commerce ha portato prezzi più bassi e scelta più ampia a tutti ed è necessario assicurarsi che grosse piattaforme come Amazon non eliminino questi benefici con comportamenti anti-competitivi. Quasi concordemente all’inizio dell’investigazione, Amazon ha anche deciso di modificare i suoi termini con i venditori di terze parti: avranno effetto entro 30 giorni e teoricamente seguiranno tutte le direttive europee. Il cambiamento più significativo è quello che prevede che i venditori vengano avvisati con un mese di anticipo prima di essere rimossi dall’e-commerce di Amazon; inoltre, tutti i venditori europei avranno la possibilità di portare l’azienda americana in tribunale nel proprio paese, mentre prima era possibile solamente in Lussemburgo.

Altre modifiche riguardano dispute su prezzi e risarcimenti, presentazione delle recensioni più equa e semplificazione degli stessi termini, che finora non sono sempre risultati chiarissimi. Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna ed Italia saranno i primi paesi in cui verranno applicati i nuovi accordi.

La carica del commissario Vestager  si sta ormai esaurendo, dato che sono passati quasi 5 anni: questa potrebbe essere l’ultima delle azioni antitrust da lei mosse, ma di certo non l’unica dato che ha indagato e multato aziende del calibro di Google, Facebook, Apple e Qualcomm più e più volte per miliardi di euro. Il successore avrà quindi un bel lavoro da fare per mantenere alto il suo nome.