Il 5G continua a non essere visto di buon occhio dai cittadini italiani, soprattutto se residenti in piccoli paesini dove è più facile far sentire le proprie ragioni all’amministrazione pubblica.

Malgrado non siano presenti dati scientifici in grado di dimostrare un peggioramento della salute in presenza di torri 5G, sono sempre più frequenti i comitati cittadini nati col il solo scopo di stoppare l’installazione di nuove antenne.

Cresce la diffidenza verso il 5G, mentre la UE chiede norme per contenere lo sviluppo dell’IA e dei sistemi IoT

Problematiche simili sono cicliche nella storia, ed erano apparse anche quando la connessione Wi-Fi stava iniziando a diventare sempre più popolare. Purtroppo il timore che sia presente anche una piccola percentuale di probabilità che il 5G faccia male, spinge i cittadini a non fidarsi nemmeno dei dati diffusi da centri di ricerca rinomati.

Del resto la nascita di fenomeni come l'”Alleanza Italiana Stop 5G“, che richiede uno stop immediato all’utilizzo della nuova connettività, ci fa capire quanto sia seria la preoccupazione della società civile verso il nuovo standard.

Elevandoci a settori hi-tech come l’intelligenza artificiale e l’universo di dispositivi IoT, la Presidente della Commissione Europea Vera Jourova, dichiara che tramite queste tecnologie – e con il 5G – verranno trasmesse informazioni personali di cui non si sa che tipo di utilizzo se ne farà.

Pertanto è richiesta la creazione di un sistema di regole pensato per delineare confini ben marcati attraverso cui queste tecnologie possono muoversi. Cresce quindi la diffidenza dei comuni e in generare degli apparati governativi verso il 5G, l’IoT e l’intelligenza artificiale.

A questa fa coro la presunta correlazione dello smartphone con l’insorgenza di alcuni tipi di tumore, come dichiara una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che ha sicuramente infiammato gli animi di chi nutre parecchi dubbi sulla inoffensività delle reti e dei telefoni.