Nella splendida location del Loft Ardeatina a Roma, Oppo ha messo in scena “Face to Frame”, un workshop creativo dal sapore tecnologico, con l’obiettivo di esplorare l’avanzato comparto fotografico del nuovo OPPO Reno14. La presenza del ritrattista Michele Bellini e il fotografo naturalista Benjamin Bilkic ha poi arricchito l’esperienza, stimolando un dialogo avvincente sul rapporto che oggi possiamo trovare tra arte e tecnologia.
Strumento di espressione a portata di “tasca”
Il primo intervento del workshop è stato quello di Bellini, che ha ripercorso la sua evoluzione artistica cominciata ormai molti anni fa dal fumetto e poi evolutasi nell’illustrazione e nel disegno vero e proprio. La sua filosofia artistica si ispira a quella dell’artista Antonello da Messina e come ha più volte sottolineato “È importante riconoscere l’espressione e il sentimento profondo di un volto, più ancora della somiglianza”.
Ritratto come punto di unione con la serie Reno che si è sempre affermata come “Portrait Expert” grazie alla sua qualità e versatilità in ambito fotografico. Sulle orme dei suoi predecessori Reno14 migliora ancora quest’esperienza introducendo AI Flash Photography, che nasce per migliorare la nitidezza dei ritratti in condizioni di scarsa luminosità, senza alterare in alcun modo i toni naturali della pelle. Inoltre il triple-flash offre una luminosità doppia rispetto alla precedente generazione mentre la presenza del flash mirato, la luce è più intensa fino ai due metri di distanza.
Le prestazioni del nuovo sistema sono state poi mostrate da Bilkic che ha portato con se Reno14 nel suo ultimo viaggio in Islanda. I risultati mostrati sugli scatti di ritrattistica sono straordinari, e come affermato da lui stesso “Volti ed espressioni risultano nitidi, e i dettagli dello sfondo, persino oggetti colorati su un tavolo, restituiscono l’atmosfera. Con Reno14 è come avere un kit di illuminazione in tasca.” E’ dello stesso parere anche Bellini che sfrutta molto il dispositivo per scatti di street photography da riportare poi su tela e ha espresso il suo personale apprezzamento sul nuovo teleobiettivo 3,5× che offre una maggiore compressione favorendo una ritrattistica più intima.
AI come espressione di libertà
Catturare l’anima di un volto o l’attimo fuggente di un’alba è la sfida che ogni creativo affronta sia nel mondo della fotografia che in quello dell’arte. Gli approcci possono ovviamente essere agli antipodi, ma c’è uno strumento che ha messo d’accordo sia Bellini che Bilkic: lo smartphone.
Se la fotografia mobile si evolve, il merito è anche dell’intelligenza artificiale, che rende i nostri scatti sempre più perfetti e creativi. Reno14 alza l’asticella e, accanto a strumenti già noti come AI Editor 2.0, AI Recompose e AI Perfect Shot, introduce nuove funzionalità che promettono di cambiare le regole del gioco.
Motion Photo ad esempio che per il fotografo Bilkic fa davvero la davvero la differenza tanto da “aver ridefinito il suo processo creativo” o ancora AI Eraser, AI Reflection Remover e AI Blur. Questi come dice il nome del resto hanno l’obiettivo rispettivamente di rimuovere gli oggetti indesiderati dei nostri scatti, rimuovere i fastidiosi riflessi sulle superfici riflettenti e migliorare gli scatti in condizioni di scarsa illuminazione.
Il futuro della ritrattistica
L’evento “Face to Frame” è stato molto più di una semplice vetrina per le nuove funzionalità di Reno14. Ha rappresentato un’occasione unica per fermarsi e riflettere sul valore profondo del ritratto nel nostro mondo sempre connesso. In un’epoca in cui ogni volto è un potenziale scatto e ogni attimo può essere immortalato, qual è il vero significato di catturare un’immagine?
Bellini e Bilkic hanno risposto egregiamente e hanno offerto prospettive non solo diverse, ma complementari, sull’arte di ritrarre e sull’importanza che lo smartphone può avere nell’approccio alla fotografia di ognuno di noi.