Il Google Pixel Watch 4 (nella variante LTE) è il primo smartwatch sul mercato a integrare in modo nativo le comunicazioni satellitari per le emergenze, una funzione che fino a poco tempo fa sembrava riservata a smartphone di ultima generazione e a dispositivi di dimensioni ben più grandi. Google ha raccontato nel dettaglio il lungo percorso di sviluppo che ha portato alla nascita del Satellite SOS, spiegando non solo le sfide tecniche incontrate, ma anche la filosofia dietro una funzionalità che potrebbe davvero fare la differenza in situazioni critiche.
Google spiega come ha portato l’SOS Satellitare su Pixel Watch 4
Portare la connettività satellitare su uno smartwatch non è stata un’impresa semplice, anzi, le dimensioni ridotte del Pixel Watch 4 hanno costretto il team a reinventare completamente sistemi solitamente pensati per dispositivi con più antenne e maggiore potenza di calcolo; a differenza degli smartphone infatti, l’orologio non può mantenere attive tutte le connessioni (GPS, Wi-Fi, Bluetooth e rete terrestre) mentre cerca di collegarsi a un satellite.
Per superare questo limite, Google ha ideato un meccanismo di fallback intelligente: se una chiamata di emergenza al 911 (o ai servizi locali equivalenti) non riesce tramite la rete cellulare, l’orologio passa automaticamente al collegamento satellitare; da qui parte una procedura guidata con un questionario iniziale che raccoglie informazioni essenziali sulla situazione da trasmettere ai soccorritori.
Una volta attivato, l’orologio mostra istruzioni chiare su come orientarlo per stabilire la connessione con il satellite, con tanto di segnali acustici e feedback aptico pensati per assistere l’utente anche in condizioni di scarsa visibilità o forte stress.
Durante l’utilizzo della modalità satellitare lo smartwatch entra in una sorta di stato di emergenza, tutte le altre app vengono sospese per evitare distrazioni e per permettere all’utente di concentrarsi esclusivamente sulla richiesta di aiuto; la sessione si conclude solo selezionando manualmente l’opzione che conferma l’arrivo dei soccorsi o la fine della necessità di assistenza.
Un approccio, questo, pensato per semplificare l’interazione in momenti concitati, quando la priorità assoluta è stabilire e mantenere la connessione con i servizi di emergenza.
Per perfezionare il sistema, il team di Google ha effettuato numerosi test in parchi nazionali statunitensi, durante escursioni e persino in uscite di whale watching, simulando scenari con condizioni meteo avverse e copertura limitata. L’obbiettivo era garantire l’affidabilità del Satellite SOS anche nelle situazioni peggiori, non solo per chi si avventura in zone remote, ma anche per contesti più quotidiani come un incidente stradale in una zona non coperta dalla rete LTE.
Come sottolinea Sharath Ananth, ingegnere capo di Google per Pixel Watch, la funzione non si rivolge solamente agli esploratori estremi, ma a chiunque possa trovarsi improvvisamente senza copertura cellulare e in difficoltà: “Se il telefono non funziona o sei ferito, avere un sistema che dal polso ti consente comunque di chiedere aiuto può fare la differenza“.
Oltre alla progettazione software, alla base di Satellite SOS c’è anche l’hardware, Pixel Watch 4 utilizza infatti lo Snapdragon W5 Gen 2 di Qualcomm, il primo chip indossabile a supportare le reti NB-NTN (Narrowband Non-Terrestrial Network) di Skylo, fondamentali per la messaggistica satellitare a basso consumo.
In altre parole, non si tratta di un semplice adattamento, ma di una piattaforma costruita da zero per abilitare una funzionalità che fino a ieri sembrava impensabile su uno smartwatch.
Con Satellite SOS Google non introduce solo una novità tecnica, ma apre la strada a una nuova categoria di funzioni legate alla sicurezza personale sui wearable; oltre al rilevamento delle cadute e al rilevamento degli incidenti già presenti, la possibilità di connettersi a un satellite direttamente dal polso rappresenta un passo in avanti notevole, che potrebbe diventare presto uno standard per l’intero settore.
Gli utenti Pixel Watch 4 sanno quindi di avere a disposizione non solo uno smartwatch completo per fitness e salute, ma anche un vero e proprio strumento di emergenza, in grado di ridurre l’ansia in scenari in cui la connettività terrestre non basta.
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