Il 2025 è ormai l’anno in cui l’intelligenza artificiale non è più soltanto una parola di moda, ma un elemento concreto della strategia delle grandi aziende tecnologiche; tra queste c’è ovviamente Samsung, che con la sua piattaforma Galaxy AI ha già avviato un percorso di integrazione su larga scala e che ora alza ulteriormente l’asticella: entro la fine di quest’anno, oltre 400 milioni di dispositivi Galaxy saranno dotati di funzionalità IA, mentre entro il 2030 l’obbiettivo è ancora più ambizioso, con il 90% dei prodotti Samsung (dai TV agli elettrodomestici, fino ai robot) che sfrutteranno in modo nativo l’intelligenza artificiale.
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Il futuro di Samsung è pieno di intelligenza artificiale
Durante un incontro con la stampa, Roh Tae-moon, responsabile ad interim della divisione DX di Samsung Electronics, ha ricordato come l’era dei telefoni AI sia stata inaugurata ufficialmente con il lancio di Galaxy S24 lo scorso anno; da quel momento, le funzioni basate sull’intelligenza artificiale sono state distribuite su circa 200 milioni di dispositivi Galaxy, un numero che entro la fine dell’anno raddoppierà raggiungendo quota 400 milioni.
Il piano tuttavia, non riguarda soltanto gli smartphone, secondo Roh le principali funzioni di TV ed elettrodomestici Samsung evolveranno rapidamente grazie all’IA, con un focus particolare anche sulla robotica, identificata come motore di crescita futura. L’obbiettivo dichiarato è quello di trasformare Samsung Electronics in un’azienda che utilizza al meglio l’intelligenza artificiale e cresce grazie ad essa.
Se da un lato i numeri e gli annunci lasciano intuire un impegno senza precedenti, dall’atro rimane aperta una domanda cruciale: quanto di questa intelligenza artificiale sarà davvero utile e significativa per gli utenti?
Negli ultimi anni il termine IA è stato utilizzato con estrema leggerezza, finendo per etichettare come intelligente qualsiasi funzionalità leggermente automatizzata; un rischio che Samsung dovrà evitare se vorrà trasformare la sua roadmap in qualcosa di più di un’operazione di marketing.
Le applicazioni che fanno davvero al differenza, dal fotoritocco avanzato basato sull’IA generativa, alla traduzione in tempo reale, fino agli assistenti contestuali in grado di comprendere il linguaggio naturale, dimostrano il potenziale concreto di queste tecnologie; tuttavia, il vero banco di prova sarà vedere come l’IA riuscirà a migliorare in modo tangibile la vita quotidiana all’interno di prodotti apparentemente meno smart, come lavatrici, frigoriferi o TV.
La scommessa di Samsung non è isolata, l’intera industria tech si sta muovendo verso una convergenza in cui l’IA diventa il collante delle esperienze digitali, ma se da un lato abbiamo già visto progressi spettacolari nella creazione di contenuti (testo, immagini, video), dall’altro restano aperte questioni legate all’affidabilità, alla privacy e alla capacità di offrire funzionalità davvero innovative e non ridondanti.
Samsung sembra essere sulla buona strada per raggiungere gli obbiettivi fissati nella propria roadmap, almeno dal punto di vista numerico, il passaggio da 200 a 400 milioni di dispositivi Galaxy abilitati all’IA in un solo anno è una crescita impressionante, e l’orizzonte del 90% dei prodotti con IA entro il 2030 conferma la volontà di guidare la trasformazione del settore.
Resta però un interrogativo di fondo, l’IA di Samsung sarà ricordata come una rivoluzione utile per gli utenti o come l’ennesima etichetta intelligente applicata in modo indiscriminato? La risposta arriverà soltanto con il tempo, e soprattutto con l’esperienza diretta di chi quegli stessi dispositivi li utilizzerà ogni giorno.