Google ha annunciato una transizione molto importante per la sua gamma di smart TV basate su Android. A partire dal 1° agosto 2026, infatti, tutte le nuove app e gli aggiornamenti destinati ad Android TV e Google TV dovranno includere necessariamente anche delle versioni a 64-bit, oltre alle versioni a 32-bit.

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La transizione verso il 64-bit

La decisione di Google è un passo molto importante verso il miglioramento delle prestazioni delle piattaforme televisive di Google: l’obiettivo dichiarato dell’azienda è infatti quello di ottenere migliori performance, tempi di caricamento ridotti e nuove esperienze utente più fluide e reattive di quanto non sia stato finora possibile avere.

La decisione non arriva peraltro in un momento casuale, ma coincide con l’istante in cui ci si è resi conto del fatto che Android ha impiegato più tempo del previsto per completare la transizione al 64-bit rispetto ad altre piattaforme. Un dato significativo è, per esempio, che la serie Pixel 7, lanciata solo tre anni fa, sia stata la prima linea di dispositivi Android a supportare esclusivamente il 64-bit, evidenziando quanto questa transizione sia stata graduale nell’universo Android.

Inoltre, si consideri che il cambiamento sopra annunciato non è un fatto isolato, ma si inserisce in una strategia più ampia di Google per posizionare i propri prodotti televisivi in un segmento premium. Con il nuovo Google TV Streamer, l’azienda di Mountain View sta puntando su una strategia che richiede app veloci e realizzate secondo gli standard più recenti per garantire un’esperienza utente all’altezza delle aspettative.

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Cosa cambia per sviluppatori e utenti

Per gli sviluppatori di app, il cambiamento significa dover aggiornare le proprie applicazioni per supportare l’architettura a 64-bit entro la data di scadenza sopra annunciata: il requisito si applicherà peraltro sia alle nuove app che agli aggiornamenti di quelle esistenti che contengono codice nativo, coinvolgendo pertanto un ampio numero di sviluppatori.

Per gli utenti finali, ovviamente, le cose saranno più semplici: la transizione dovrebbe infatti tradursi in un’esperienza più fluida e performante quando utilizzano le app sulle loro smart TV basate su Android TV OS o Google TV rispetto a quanto non accada oggi, con tempi di caricamento più rapidi e prestazioni migliorate quali benefici tangibili nell’uso quotidiano delle piattaforme.

Un passo tardivo?

Sebbene la transizione sia ritenuta necessaria per mantenere competitiva la piattaforma Google TV nel ricco panorama delle smart TV, non si può non notare come arrivi con un certo ritardo rispetto a quanto abbiano fatto alcuni concorrenti. Probabilmente, però, il tempo così lungo richiesto dal sistema Android per adottare il 64-bit, riflette anche la complessità di gestire una piattaforma così frammentata e diversificata.

La scadenza del 2026 offre inoltre agli sviluppatori poco meno di un anno per prepararsi e adeguare le proprie applicazioni ai nuovi requisiti, con un tempo ragionevole se consideriamo la portata del cambiamento richiesto.