Nella sua ultima ricerca condotta a livello europeo, Samsung ha svelato che nel nostro Paese il 90% delle persone esprime preoccupazione sulla privacy in relazione alle ultime innovazioni tecnologiche e, in esse, all’intelligenza artificiale. Di questa importante platea, una persona su due si dichiara molto timoroso.
Tuttavia, la stessa ricerca evidenzia come non vi sia sufficiente attenzione nei confronti degli effettivi rischi della vulnerabilità alle minacce tecnologiche: la maggior parte dei consumatori afferma infatti di preoccuparsi della sicurezza del proprio smartphone, ignorando però che anche altri dispositivi (come quelli della smart home) sono in grado di raccogliere i dati personali e di aprire le porte a utilizzi pericolosi di tali informazioni.
È di fatto la stessa ricerca dell’operatore sudcoreano a svelare come su oltre 8.000 rispondenti tra Millennial e Gen Z in tutta Europa, il 36% non pensa mai alla sicurezza dei propri elettrodomestici smart, mentre il 49% degli utenti riflette tutti i giorni sulla privacy del proprio smartphone.
Ma per quale motivo c’è così poca attenzione nei confronti della privacy e della vulnerabilità dei dati legati a dispositivi estranei al mondo smartphone? Forse, una prima risposta è da ricercarsi nello stress generato dalla gestione della privacy, con il 18% delle persone che la considera come eccessivamente complessa e il 75% dei consumatori che la ritiene fonte di ansia.
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La situazione in Italia
I dati italiani sembrano confermare la situazione percepita nell’intero Continente e, altresì, il gap educativo e formativo presente nel nostro Paese.
Sia sufficiente ricordare come l’85% degli italiani dichiari che la tutela della privacy di un dispositivo è aspetto fondamentale al momento dell’acquisto, anche se – di fronte a tale positiva evidenza – manca la necessaria consapevolezza sulle azioni. Proviamo a riepilogare qualche statistica, non molto confortante:
- Si dichiara molto preparato sul tema della privacy: 11%
- Accetta le impostazioni predefinite delle app senza averle comprese appieno: 33%
- Si dichiara consapevole di quali dati le proprie app e i propri dispositivi raccolgano: 36%
- Ritiene di non avere il pieno controllo dei propri dati sui dispositivi utilizzati: 67%
- Sente il bisogno di una maggiore educazione sull’uso di dati e privacy: 68%
- Crede che i brand produttori e sviluppatori proteggano effettivamente i suoi dati: 13%.
Il consolidato senso di smarrimento nei confronti di questo aspetto della tecnologia sembra impedire agli italiani di sfruttare le piene potenzialità delle innovazioni presenti sul mercato.
Per esempio, il 15% dei rispondenti ha confermato che non vuole condividere i dati tra i dispositivi smart per timori legati alla sicurezza. Molti ammettono altresì di aver rinunciato ai benefici della tecnologia nella vita quotidiana, come opportunità di lavoro e networking (17%), offerte personalizzate (16%), consigli di viaggio (16%).