Torniamo ad occuparci di IT Wallet, la soluzione studiata dal Governo per consentire agli utenti di digitalizzare alcuni documenti fondamentali per le loro attività quotidiane e renderli così disponibili con grande semplicità.
Interessanti novità sullo stato dei lavori sono arrivate nelle scorse ore dal senatore Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, che ha svelato che l’obiettivo è rendere IT Wallet disponibile su qualsiasi smartphone Android e iOS da inizio 2025.
Prosegue a ritmo elevato lo sviluppo di IT Wallet
Allo stato attuale il progetto è ancora in fase di sviluppo ed entro luglio è prevista la prima attivazione delle versioni digitali di alcuni documenti fondamentali, come la tessera sanitaria, la patente e la carta europea della disabilità mentre a settembre dovrebbero partire i test con una ristretta cerchia di utenti.
Sempre secondo i programmi, il Governo ambisce a lanciare ufficialmente il servizio a gennaio 2025, momento in cui gli utenti potranno scaricare l’ultima versione dell’App IO e attivare IT Wallet con lo Spid o la carta di identità elettronica.
Per l’Italia questo nuovo servizio rappresenta una sorta di banco di prova per l’EUDI Wallet (European digital identity wallet), che a partire dal 2026 dovrebbe consentire ai portafogli di diversi Paesi europei di dialogare tra loro tramite un’architettura interoperabile che consentirà il riconoscimento reciproco delle identità digitali e delle credenziali, il tutto con la massima sicurezza.
E proprio quello della sicurezza è un aspetto a cui il Governo sta prestando grande attenzione, così come viene ricordato dal senatore Butti, che precisa che sarà necessario l’uso della Cie per l’attivazione del portafoglio e di specifiche funzionalità, aggiungendo che gli utenti potranno scegliere quali informazioni condividere con i terzi, minimizzando i dati esposti.
In sostanza, grazie a IT Wallet i cittadini avranno la possibilità di gestire identità digitali e credenziali in un unico strumento mentre chi eroga i servizi (pubblici e privati) potrà contare su una semplificazione dell’accesso alle credenziali e della relativa verifica.