Da tempo ormai si parla di Matter, ossia uno standard universale per il settore smart home sviluppato da colossi del calibro di GoogleAppleAmazon e Samsung, una soluzione molto attesa ma che fino a questo momento è stata rinviata più volte.

Ricordiamo che Google ha già confermato che tutti i suoi altoparlanti e display intelligenti della gamma Nest esistenti verranno aggiornati via OTA per supportare Matter.

I progetti di Google su Matter sono più che ambiziosi

A poche ore dall’inizio di Google I/O 2022, appuntamento in occasione del quale si parlera ovviamente anche di prodotti e servizi pensati per la casa intelligente, Michelle Turner, senior director di Google Smart Home Ecosystem, nel corso di un’intervista rilasciata a The Verge ci ha tenuto a soffermarsi su alcuni aspetti relativi a Matter.

E così, a suo dire uno dei punti di forza di Matter sarà ben evidente già dalle operazioni di setup: tale soluzione, infatti, dovrebbe garantire agli utenti di accoppiare i dispositivi domestici in modo molto semplice e, soprattutto, rapido.

Ma con Matter dovrebbe migliorare in modo evidente anche un altro aspetto molto importante come quello della latenza, con notevoli miglioramenti non solo per l’affidabilità complessiva dell’ecosistema smart home ma anche per l’esperienza generale di utilizzo.

Ed ancora, un altro importante vantaggio offerto da Matter è quello dell’interoperabilità tra marchi diversi: ad esempio, gli utenti avranno la possibilità di controllare i device dall’app Google Home su un dispositivo e continuare a usare l’app Home di Apple su altri device iOS.

Una casa sempre più “intelligente”

Google ha progetti ambiziosi per il settore smart home, che includono anche una “casa proattiva”, ossia un livello superiore di intelligenza artificiale che sfrutta appositi algoritmi di apprendimento automatico e modelli predittivi.

Per esempio, se l’utente è solito salire al piano di sopra per andare a dormire alle ore 22, il sistema per quell’ora dovrebbe accendere automaticamente le luci del piano superiore. Un altro esempio è rappresentato dalle notifiche per le “anomalie” a quelle che sono le abitudini, come le luci accese in una stanza ad un orario in cui, solitamente, sono spente.

Ovviamente questa è una sorta di “visione” di Google per la casa del futuro ed è un progetto che richiederà diversi anni di lavoro per poter essere portato a compimento ma la strada che il colosso di Mountain View ha intenzione di intraprendere sembra essere già stata tracciata.

Infine, Michelle Turner ci ha tenuto a precisare che Matter non potrà risolvere ogni attuale problema del settore IoT, in quanto non ha un livello di intelligenza nativa che sia in grado di arrivare automaticamente alla casa proattiva.

Saranno le varie aziende a dover sfruttare i suoi punti di forza (come la facilità di configurazione dei device, il supporto a diverse piattaforme e la maggiore velocità) per riuscire poi a compiere il successivo step evolutivo.