Dalla controversia legale tra Google e Sonos, relativa a presunte violazioni di copyright e brevetti, derivano alcune modifiche che il colosso di Mountain View si è trovato ad apportare al software dei suoi smart speaker della serie Nest.

In pratica, Sonos al momento pare stia riuscendo a imporsi su Google e ciò potrebbe comportare per quest’ultima il divieto di continuare a vendere alcuni dei suoi più popolari prodotti negli Stati Uniti e per evitare che ciò possa verificarsi sta apportando delle modifiche al funzionamento dei suoi altoparlanti intelligenti.

Google apporta delle modifiche ai suoi smart speaker

Stando a quanto viene riportato da The New York Times, la US International Trade Commission ha stabilito che Google ha violato la proprietà intellettuale di Sonos, mettendo così il colosso di Mountain View di fronte alla scelta di apportare dei correttivi per adeguarsi a tale provvedimento o correre il rischio di non poter più commercializzare entro 60 giorni alcuni dei suoi device.

Google ha pubblicato un post con il quale annuncia le modifiche apportate, senza tuttavia precisare quali sono i dispositivi interessati dal provvedimento della US International Trade Commission.

In particolare, le modifiche riguardano la funzione Gruppo di altoparlanti, che consente di controllare il volume nell’app Google Home, con i comandi vocali attraverso Google Assistant o direttamente sul display di Nest Hub. Questi sono i cambiamenti apportati:

  • per regolare il volume sui gruppi di altoparlanti bisognerà regolare ciascuno di essi individualmente invece di utilizzare il controller del volume del gruppo e non sarà più possibile modificare il volume di un gruppo di altoparlanti utilizzando il pulsante del volume fisico del telefono
  • la maggior parte dei gruppi di altoparlanti dovrebbe continuare a funzionare come previsto, a meno che non si disponga di un gruppo di altoparlanti contenente device di altre marche (come JBL o Lenovo), che devono avere una versione del firmware Cast 1.52.272222 o successiva
  • una piccola parte di utenti dovrà utilizzare l’app “Device Utility” (DUA) per completare l’installazione e gli aggiornamenti del proprio device

Grande soddisfazione è stata espressa da Sonos anche se l’azienda ci ha tenuto a ribadire che il colosso di Mountain View continuerà a violare tanti altri dei suoi brevetti e ciò suggerisce che le controversie legali continueranno ad andare avanti.

Di diverso tenore, ovviamente, è il commento di Google, che ha precisato di non essere d’accordo con la decisione dell’US International Trade Commission ma di avere ugualmente apportato le modifiche necessarie, rassicurando gli utenti che uno dei suoi obiettivi principali è quello di garantire loro la migliore esperienza possibile.