ARM, durante l’evento Visione Day, ha presentato la nuova architettura ARMv9. Secondo la multinazionale inglese, ARMv9 verrà implementata su almeno 300 miliardi di chip nel corso di questo decennio, motivo per cui la compagnia ha investito molto sulla sicurezza e sulle performance.

Focus sulla sicurezza e sulle prestazioni

Le più importanti novità svelate da ARM durante l’evento di presentazione dell’architettura ARMv9 sono:

  • SVE2: per una gestione più efficiente di vettori con registri di lunghezza tra 128 e 2048 bit. La maggiore dimensione dei registri permetterà agli sviluppatori di compilare il codice una sola volta per sfruttare a pieno tutti i vantaggi delle CPU future;
  • Real Management Extension (RME);
  • BRBE;
  • Embedded Trace Extension (ETE) e Trace Buffer Extension (TRBE);
  • TME

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Una delle aree su cui ARM ha investito maggiormente durante lo sviluppo dell’architettura ARMv9 è quello relativo al Machine Learning. L’architettura permetterà di eseguire i carichi di lavoro direttamente sulla CPU invece che su un processore apposito. In questo modo vengono accolti anche tutti quei sistemi in cui non è possibile fare affidamento su un chip separato dalla CPU per l’esecuzione di questi compiti.

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Per quanto riguarda invece i miglioramenti lato sicurezza, l’architettura ARMv9 introduce la Confidential Compute Architecture (CCA). Invece di affidare la gestione della sicurezza di un ambiente a specifici programmi di alto livello che monitorano sull’operato di applicazioni di più basso libello, CCA comporta la presenza di “regni” (realms) in cui l’esecuzione di queste applicazioni resta “nascosta” al sistema operativo o alle applicazioni di alto livello (supervisori).

Il vantaggio di utilizzare questa nuova soluzione ruota attorno alla riduzione dei rischi che i supervisori o il sistema operativo compromesso non riconosca applicazioni malevole, delegando invece il controllo a “realm manager“.

Se siete interessati a scoprire nel dettagli tutte le novità più profonde della nuova architettura ARMv9, vi consigliamo di leggere l’approfondimento pubblicato dai colleghi di AnandTech.