Gli smartphone sono oramai divenuti una sorta di estensione del nostro corpo, accompagnandoci nel corso di tutta la giornata, permettendoci di coltivare le nostre passioni, aiutandoci nel lavoro o nello studio e consentendoci di restare in contatto con amici e parenti.

Ma quando l’attaccamento al proprio smartphone dà vita ad un vero problema? A tale interrogativo ha deciso di rispondere il team di Motorola, brand a cui si deve il primo telefono cellulare in assoluto.

Motorola ha così sviluppato uno studio globale in collaborazione con la dott.ssa Nancy Etcoff per analizzare i comportamenti e le abitudini di utilizzo del telefono attraverso le varie generazioni e cercare di comprendere l’impatto degli smartphone sulle relazioni con noi stessi, le altre persone e l’ambiente fisico e sociale.

Secondo tale studio, un terzo degli intervistati attribuisce la priorità allo smartphone per coinvolgere le persone a cui vuole bene e il 53% degli utenti più giovani descrive il telefono come un migliore amico.

Sono stati individuati tre principali comportamenti problematici che influiscono sulle nostre relazioni con gli altri e con noi stessi: chi ha un controllo compulsivo (il 49% concorda sul fatto che controlla il proprio telefono più spesso di quanto vorrebbe), chi lo usa troppo (il 44% dei giovanissimi) e chi dipende dal telefono (il 65% ammette di farsi prendere dal panico quando pensa di aver perso lo smartphone).

Motorola ha realizzato un test per consentire a chiunque di valutare il proprio stato di dipendenza dal telefono (lo trovate qui). Buona fortuna.

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