Si dice spesso che bisogna lasciare spazio al nuovo che avanza e il vecchio deve farsi da parte ma nel campo della tecnologia non è sempre vero. Basta guardare a Huawei, una società “vecchia” se messa in confronto a giovani leve come Xiaomi, OPPO e Vivo, che ha saputo crearsi un’immagine di grande produttore affrancandosi da quella iniziale di produttore cinese economico.

Pochi sanno che Huawei è nata come produttore di dispositivi per la telefonia e negli anni più recenti di chiavette Internet e dispositivi WiFi. In seguito il produttore cinese ha fatto il suo ingresso nel mercato degli smartphone economici ma negli ultimi anni ha sostenuto degli sforzi economici non indifferenti per cambiare immagine e guadagnarsi una credibilità come produttore di altissimo livello.

Ogni anno Huawei investe svariati miliardi di dollari nei propri centri di ricerca e sviluppo, il più grande dei quali si trova a Shangai ed occupa un edificio lungo un chilometro. Oltre al mercato interno, nel quale è leader incontrastato, il produttore cinese punta sugli altri mercati mondiali, ottenendo ottimi risultati, circa il 20% del proprio fatturato, dal mercato europeo.

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Huawei sta incontrando invece grosse difficoltà per sfondare nel mercato americano, a causa di un divieto di commercializzare smartphone negli USA emesso dal governo in relazione ad alcune vicende legate alle limitazioni delle comunicazioni in Cina. Huawei sta lavorando comunque su questo fronte instaurando rapporti con gli operatori telefonici nel tentativo di conquistare importanti quote di mercato anche in questo paese, puntando molto sull’offerta di smartphone senza contratto.

L’impegno maggiore è però rivolto al mercato dell’Asia Pacifica, con Indonesia, Vietnam, Thailandia e Filippine che fanno gola a tutti i produttori dati gli elevati tassi di crescita. Non va dimenticata l’India, un immenso bacino di utenti nel quale va superata la concorrenza di Samsung e Micromax, la compagnia indiana che sta ottenendo ottimi risultati in patria.

La “profezia” di Richard Yu, che aveva previsto il dominio nel mercato degli smartphone da parte di Huawei, non sembra davvero campata in aria e i numeri stanno progressivamente dando ragione ad una “vecchietta” di trent’anni che le sta suonando di santa ragione a startup giovani e piene di belle idee.