Mentre i due terzi del mondo lavora ancora con le vecchie reti 2G, si parla sempre più insistentemente della nuova generazione di reti 5G. Ken Hu, CEO di Huawei Technologies, afferma che siamo ancora “all’inizio dell’inizio” quando parliamo di reti 5G. Il primo problema da affrontare è la definizione di uno standard, visto che non c’è ancora niente di definitivo.

Ken Hu lancia una sorta di appello alle industrie delle telecomunicazioni affinché si riuniscano per definire uno standard comune e uniscano gli sforzi per raggiungere lo scopo comune. L’idea è quella di evitare la miriade di differenti standard nati con le reti precedenti, GSM contro CDMA, LTE e WiMAX, Wi-Fi e HomeRF, senza contare le varianti asiatiche nate soprattutto per evitare di pagare le licenze ai titolari dei brevetti.

L’Internet delle cose, di cui sentiamo sempre più spesso parlare, farà si che qualsiasi dispositivo elettrico sia connesso ad Internet e ci sarà bisogno di una enorme capacità della rete. Il primo problema sarà quello della latenza della rete e della velocità. Ogni singola cella dovrà fornire la connessione a milioni di dispositivi e si calcola che a livello mondiale si supereranno i 100 miliardi di dispositivi connessi.

Alcuni di questi dispositivi avranno esigenze particolari, come ad esempio le self-driving car, che necessitano di tempi di latenza inferiori al millisecondo, cioè 50 volte in meno rispetto alla media attuale.  Servirà anche un throughput di almeno 10Gbps per gestire l’enorme flusso di dati necessario al corretto funzionamento dell’auto.

Solitamente la competizione permette di ottenere dei risultati migliori, stimolando la creatività ma mai come nel caso delle reti 5G è necessario uno sforzo congiunto per ottenere i risultati necessari. Potete trovare il documento originale di Ken HU a questo indirizzo.

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