Google Assistant nasce al Google I/O 2016. È un servizio relativamente giovane, nonostante ad oggi “viva” in oltre 500 milioni device, 5.000 dispositivi di smart home, e nelle auto di 40 brand. In più, entro la fine dell’anno, parlerà più di 30 lingue e visiterà 80 paesi diversi.

Uno sviluppo tanto fulmineo che non dovrebbe sorprendere più di tanto la tonnellata di novità annunciate durante il Google I/O 2018. Buona parte di quelle di cui parleremo non saranno rilasciate subito, ma nel corso dei prossimi mesi. Se ci si riferisce all’Italia i tempi di ricezione sono addirittura ignoti.

Ciò che più ha impressionato la platea è stata la capacità dell’assistente digitale di fissare un appuntamento in autonomia nei luoghi in cui non sono previste le prenotazioni online. Come? Google Assistant chiamerà per noi la pizzeria o la parruccheria, di fatto parlando al posto nostro e dando all’esercente le informazioni fondamentali. Sembra fantascienza, invece sarà realtà.

Rimanendo sul tema, Assistant terrà traccia delle nostre abitudini per semplificare i compiti ricorrenti. Come ordinare il solito caffè da Starbucks: basterà sfruttare le sue nuove capacità per vedersi consegnare alla porta di casa il pacchettino con il nostro prodotto preferito. Il servizio partirà negli USA durante l’estate.

Google ha lavorato per avere dialoghi più semplici, naturali e spontanei: Assistant capirà “la dinamica sociale della conversazione” e renderà superfluo pronunciare continuamente “Ok Google” per le richieste successive alla prima. Inoltre sarà in grado di comprendere le richieste multiple inserite in una singola frase e memorizzare le routine, in modo da compiere azioni specifiche ogni qualvolta viene pronunciata una parola chiave.

Simpatica e allo stesso tempo utile la funzione Pretty Please, che mira ad insegnare ai più piccini a rivolgersi con fare educato. Quando rileverà un modo di porsi gentile, magari guarnito da un “per favore”, l’assistente risponderà con frasi del tipo “grazie per aver detto per favore”, sostenendo l’atteggiamento corretto da parte dei bambini.

Nello sviluppo di un assistente vocale, e la stessa denominazione lo suggerisce, aspetto fondamentale è la voce. L’attuale, femminile, si chiama Holly e sarà affiancata (a partire da oggi, negli USA) da altre sei nuove voci divise tra i due generi.

Voci che aiuteranno a gestire ancor meglio i momenti complicati come quelli trascorsi dietro il volante di un’auto guidati dalle indicazioni di Maps. Ci si potrà avvalere della collaborazione di Assistant, annuncia Google, per tenere ben salde le mani sulla corona anche quando si vogliono leggere gli ultimi messaggi o si vogliono conoscere le condizioni meteo che si incontreranno una volta giunti a destinazione. Niente distrazioni, ci pensa Assistant.

Grande l’entusiasmo dei presenti quando Google ha annunciato al fianco di John Legend la loro collaborazione: la star presterà la sua voce all’assistente intelligente. Naturalmente sarà limitata a determinati contesti, e non disponibile in tutte le interazioni.

Migliorata anche l’interfaccia di risposta ai comandi: in alcuni casi, come quelli in cui si cercano informazioni su una celebrità, verrà restituita una risposta “espansa” e completa di foto, come visibile nello screenshot sopra.

Chiedendo la modifica alla temperatura di un dispositivo di smart home come un termostato, invece, Google Assistant offrirà uno slider interattivo, certo preferibile ad un continuo scambio di comandi vocali per regolarla finemente. Più in generale, adesso le risposte potranno prevedere una interazione grafica, oltre a quella vocale a cui siamo abituati fin dal suo esordio.

Sprazzi di Google Now faranno la loro comparsa in Assistant, con delle funzioni ripescate dai trascorsi dell’azienda e dal suo cavallo di battaglia ormai defunto.

La società inoltre lancerà gli abbonamenti alle Actions (cioè “espansioni vocali” per Google Assistant equivalenti alle app per un sistema operativo) che daranno modo agli utenti di acquistare l’accesso a contenuti premium, così come una varietà di strumenti che saranno messi nelle mani degli sviluppatori per promuovere le proprie Actions e coinvolgere il pubblico.

In tema di promozione, questi disporranno di un nuovo modo per sponsorizzare le applicazioni vocali: tramite Action Links potranno creare dei collegamenti ipertestuali in modo da canalizzare gli utenti alle app vocali.

Un esempio? Google ha mostrato sul palco come un’app di meditazione come Headspace potrebbe sponsorizzare l’app di accompagnamento vocale tramite collegamenti ipertestuali che riconducano a Google Assistant.

Grazie ai miglioramenti, Actions supporterà ancor meglio la riproduzione multimediale su altoparlanti esterni, ed ogni nuova funzione nel momento in cui diverrà disponibile sarà accompagnata da una notifica che avverte l’utente.

Qual è la novità che vi ha colpito di più?