Se stavate aspettando con impazienza nuovi sviluppi relativi a Fuchsia OS sappiate che potete mettervi comodi sul divano con una grande scorta di popcorn, visto che fino al 2020 non dovrebbe diventare realtà. Ad affermarlo è Ron Amadeo, Editor di Ars Technica, in un tweet postato poche ore fa.

Sembra infatti che il team di sviluppo attuale sia al momento composto da sole otto persone, decisamente troppo poche per garantire uno sviluppo in tempi rapidi di una entità complessa come dovrebbe essere Fuchsia OS. E il 2020 potrebbe essere una data molto ottimistica, un anno in cui si potrebbe iniziare a parlare di qualcosa di concreto.

Ricordiamo che Fuchsia OS è il nuovo sistema operativo al quale sta lavorando Google, completamente open source, non basato su Linux e adattabile a qualsiasi dispositivo, dagli smartphone ai desktop senza trascurare i dispositivi Internet of Things. Se le premesse dovessero essere rispettate andremmo ben  oltre la convergenza tra Android e Chrome OS, visto che avremmo un sistema operativo completamente nuovo in grado di sostituire contemporaneamente Android, Chrome OS e Android Things.

Una delle prerogative di Fuchsia OS dovrebbe essere quella di avere due distinti kernel: LittleKernel (LK) da utilizzare sui dispositivi IoT e Magenta per i dispositivi più evoluti come smartphone e computer. Segnatevi un appunto per il 2020 quindi, anche se nel frattempo è probabile che torneremo più di una volta su Fuchsia OS.