Fortnite si è rivelato un gioco rivoluzionario per molte ragioni, alcune delle quali riguardano direttamente il Play Store di Google: il fenomeno del 2018, di fatto, è stato il primo gioco ad aver ottenuto un successo planetario anche su smartphone nonostante l’assenza dal Play Store.

La software house Epic Games ha preferito distribuire l’APK tramite il proprio sito, evitando così di dividere i guadagni degli acquisti in-app con Big G – che trattiene il 30% degli incassi procurati dalla sua piattaforma – e intascando i 50 milioni di dollari che altrimenti sarebbero finiti a Mountain View.

Fortnite, di fatto, ha dimostrato che si possono mettere a segno numeri incredibili anche senza l’ausilio di una vetrina importante e trafficata come quella di Google, e questo può spronare altri sviluppatori a fare lo stesso.

Tuttavia, Google pare non essere intimorita dal potenziale effetto domino partito da Fortnite. “Non abbiamo in programma di ridurre il prelievo del 30%, che crediamo adeguato ai servizi ed alla visibilità che offriamo”, ha risposto Sundar Pichai punzecchiato sull’argomento a margine della presentazione degli utili trimestrali di Google, il colosso di cui è al timone.

“È lo standard del settore”, ha chiosato con un chiaro riferimento ad Apple che tiene per sé la stessa percentuale dei guadagni generati dall’App Store.