Il moderno mondo della tecnologia continua a impiegare ingenti fondi in pratiche che poco hanno a che fare con lo sviluppo tecnologico in se: parliamo di pratiche legali, cause e avvocati che continuano a portare avanti innumerevoli azioni legali; tutti fanno causa a tutti, per violazione di brevetti, concorrenza sleale e altri motivi: la guerra tra Samsung e Apple è solo il più eclatante tra gli esempi.

I consumatori avevano portato anche Google in tribunale, accusato di pratiche anti-concorrenziali per quanto riguarda la stipula di contratti che la favorissero su Android – per motivi riguardanti motori di ricerca predefiniti e il Play Store -, comportando un aumento dei prezzi e l’impossibilità dei concorrenti di gestire una giusta concorrenza; la prima sentenza era terminata con una vittoria da parte di BigG.

La controparte avrebbe avuto la possibilità di effettuare un cambiamento nei termini, portando una prova effettiva dell’aumento dei prezzi per i consumatori, prima che il caso venisse chiuso: invece, la decisione è stata quella di ritirarsi, facendo cadere quindi tutte le accuse contro Google. Google avrebbe dalla sua l’esistenza di molti dispositivi che eseguono Android senza Play Store, mostrandosi come una via commercialmente valida. L’utilizzo di market alternativi – come quello di Amazon – è possibile, come anche l’utilizzo di motori di ricerca alternativi come Bing di default.

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