Un nuovo brevetto registrato da Google potrebbe rivoluzionare l’utilizzo che facciamo degli smartwatch, “allargando” la porzione di display utilizzabile senza intaccare la portabilità e le dimensioni dello stesso.

Uno dei “problemi” principali degli smartwatch sono le dimensioni: lo schermo touchscreen è piccolo e difficile da utilizzare per alcune funzionalità, visto che spesso il dito va a coprire buona parte del display quando andiamo a premerlo. Come ovviare a questa seccatura? Allargando il display a ciò che gli sta intorno, mano compresa ovviamente!

Sembra che il nuovo brevetto di Google vada proprio a toccare questo punto: il documento prende il nome di “Gesture-Based Small Device Input” e permetterebbe agli utenti di interagire con lo smartwatch attraverso una sorta di mouse pad virtuale. Tale sistema andrebbe a trasformare il dito in un “pennino” utilizzabile su una superficie adiacente al dispositivo, come ad esempio il polso, l’avambraccio o il dorso della mano.

L’uso congiunto di vari sensori, emettitori e ultrasuoni (il documento cita anche fotodiodi e sensori CCD e CMOS) andrebbe a tradurre il movimento sulla pelle in un’azione equivalente sullo smartwatch, consentendo anche di scrivere o digitare azioni più complesse, visto il più ampio spazio a disposizione.

In base a ciò che viene descritto nel documento e nei disegni di Google, pare che il sistema ottico del “mouse” funga da principale mezzo di input, con i sensori a ultrasuoni che forniscono dati aggiuntivi per migliorare la precisione in condizioni di illuminazione difficili. Viene inoltre menzionato il posizionamento di coppie di emettitori verticalmente sfalsati per rilevare i colpetti delle dita e tradurle in clic sullo schermo.

Se tutto ciò dovesse mai essere realmente implementato ci troveremmo senza dubbio di fronte a una vera e propria rivoluzione nel ramo dei dispositivi indossabili. Chissà se ne sentiremo di nuovo parlare: continuate a seguirci per scoprirlo.