Da oggi sarà un po’ meno semplice contrastare le invettive di coloro che mantengono delle riserve sugli assistenti digitali, rei di consegnare ai colossi del web una considerevole mole di informazioni sulle nostre vite. La sventura è accaduta ad un collega di Android Police durante la prova del nuovo Google Home Mini andato in modalità di ascolto in modo casuale e quasi costante.

Certo non una cosa piacevole se si considera che strumenti come Google Home Mini dovrebbero attivare i microfoni solo dopo la pronuncia della parola chiave, per inviare la richiesta ai server e fornire una risposta ai comandi. Google, interpellata, ha dichiarato che il difetto è originato da un malfunzionamento del tasto a sfioramento pensato come alternativa all’attivazione vocale, mentre il numero di speaker difettosi è limitato a qualche esemplare di pre serie.

Dunque nessun problema per coloro che l’hanno preordinato o lo acquisteranno in futuro, ma nel caso in cui si notasse un comportamento anomalo è possibile contattare Google richiedendo la sostituzione dell’Home Mini. Non un esordio da sogno per un prodotto potenzialmente da grandi numeri, sia per le funzioni che per il prezzo contenuto ad appena 49 dollari sul territorio statunitense.

AGGIORNAMENTO – Google ha comunicato che disabiliterà l’attivazione tramite touch su tutti gli Home Mini, lasciando i comandi vocali come unica modalità di risveglio.

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