Ci risiamo, l’infinito dibattito sulla privacy online torna nuovamente di moda dopo l’ultima vicenda che ha visto ancora protagonista Google.

A Houston, in Texas, un individuo è stato arrestato in seguito alle segnalazioni da parte di Google circa la detenzione da parte dell’uomo di immagini pedopornografiche all’interno della propria casella mail.

Tutto ciò potrebbe sembrare una giusta punizione (e infatti lo è!) per il soggetto in questione ma, in realtà, le circostanze che hanno portato all’arresto fanno riemergere alcuni dubbi sulla possibile violazione della privacy degli utenti.

Google ha già provveduto a tutelare se stessa sotto questo punto di vista aggiornando i propri Termini di Servizio, al cui interno è possibile trovare frasi di questo tipo:

automated systems analyze your content (including emails).

Oltre a ciò, in riferimento al caso specifico, Google ha dichiarato di adottare alcune speciali tecnologie atte ad identificare la pedopornografia su internet.

Dalle parti di Mountain View sembrano aver pensato a tutto ma, per noi utenti, resta ancora da chiarire se le esigenze di sicurezza possano mettere da parte il diritto alla privacy.

Voi cosa ne pensate?

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